Sogg.: Liberamente tratto da "La Saga du Dobermann" di Joël Houssin - Scenegg.: Joël Houssin. - Fotogr.: (Scope/a colori) Michel Amathieu - Mus.: Schyzomaniac - Montagg.: Béné-dicte Brunet - Dur.: 99' - Produz.: Frédérique Dumas, Eric Névé Vietato ai minori degli anni quattordici
Interpreti e ruoli
Vincent Cassel (Dobermann), Tcheky Karyo (Sauveur Chritini), Monica Bellucci (Nat), Antoine Basler (Zanzara), Chick Ortega (Pitbull), François Levantal (Leo), Romain Duris (Manu), Dominique Bettenfeld, Stephane Metzger, Pascal Demolon, Marc Duret, Ivan Mérat-Barboff, Patrick Rocca, Roland Amstuz, Jean Lescot.
Soggetto
Nella Francia di oggi, Dobermann è un bandito che semina il ter-rore andando in giro a rapinare furgoni carichi di lingotti doro e banche. La sua banda assomiglia ad una congrega di pazzi furiosi, cè Zanzara, nervoso e pronto ad estrarre la pistola appena qualcuno lo guarda storto, cè Pitbull, gigante dallaspetto gentile ora buono ora violentissimo, cè il Padre, che spara granate e preghiere, ci sono Leo e Manu, due fratelli zingari, uno in stato di eccitazione, laltro con molte fantasie sessuali, cè Oliver, alias Sonia, studente di legge e travestito. E poi cè Nat la zingara, la ragazza di Dobermann, muta, specializzata in esplosivi. Quando questa bella compagnia progetta unulteriore rapina in banca, il capo ispettore Christini non condivi-de i metodi morbidi della polizia e decide di passare allazione. Secondo lui, la violenza dei banditi va combattuta con una violenza ancora superiore, infischiandosene di procedure e diritti. Così, tra sparatorie, assalti e feroci omicidi, Christini mette le mani su Dobermann. Ma, nel corso dellinsegui-mento, cade dalla macchina e muore strisciando sullasfalto. Quindi Oliver decide di non essere più Sonia, la banda fa un funerale alla parrucca e poi riparte per altre imprese.
Valutazione Pastorale
girato con la tecnica dei videoclip, con un ritmo fre-netico di immagini montate in maniera serrata e incalzante, il film si risolve in un collage demenziale di una violenza esasperata e fine a sé stessa, un coacervo di effetti speciali creati apposta per fare vedere sangue e criminalità trionfante. Immagini di un sadismo gratuito e volutamente provocatorio accompagnano la storia dallinizio alla fine, facendo solo stucchevole esteti-smo e vuoto formale. Dal punto di vista pastorale, la disumanità totale di situazioni e personaggi rende il film del tutto inaccettabile.
Utilizzazione: da escludere dalla programmazione ordinaria e, si può aggiungere, anche da altri contesti, perchè il rovesciamento dei valori che mette in gioco diventa malsana proposta di una permanente scuola di delitto.