Sogg.: Tratto da un romanzo di Shu Ping - Scenegg.: Shu Ping - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Lu Yue - Mus.: Zang Tianshuo - Montagg.: Du Yuan - Dur.: 95' - Produz.: Guangxi Film Studio
Interpreti e ruoli
Jiang Wen (Xiao Shuai), Li Baotian (Lao Zhang), Qu Ying (An Hong), Ge You (il poliziotto), Zhang Yimou . (uomo che urla)
Soggetto
Il giovane libraio Xiao Shuai, balbuziente, si strugge di desiderio per An Hong, ragazza bella, provocante e molto disinvolta, che però ha una relazione con un boss ricco e molto influente. Xiao cerca di conquistarla, chiamandola sotto la sua finestra in un grattacielo e facendo declamare poe-sie al megafono ad un poveraccio che passava da lì. Xiao e il boss entrano in collisione, cè una rissa, nella quale per caso resta coinvolto un passante, Zhang, il cui computer portatile nuovo di zecca va in frantumi. Costui esige di essere rimborsato ma nessuno vuole dargli ascolto. Si mette allora a segui-re sistematicamente Xiao, standogli addosso anche quando lui cerca di con-quistare An, invitandola a casa propria. Una volta la ragazza accetta ma sul più bello, luomo bussa con insistenza alla porta, proponendo soluzioni al suo caso. In un locale di karaoke i tre si danno appuntamento per risolvere definitivamente il contenzioso. Il boss vuole risarcire sia Xiao che Zhang e i due lo attendono al tavolo, discutendo di religione, donne e cibo. Ma Xiao in realtà vuole vendicarsi del boss. In breve gli animi si accendono, si scatena una rissa gigantesca, nella quale rimangono tutti colpiti, anche il boss final-mente arrivato. Alla fine Zhang esce di prigione, fuori trova ad aspettarlo un auto e una lettera di Xiao, che si scusa e lo ringrazia per avergli fatto capire di avere vissuto una stupida ossessione.
Valutazione Pastorale
si tratta del primo film di Zhang Yimou (il regista di Lanterne rosse, La storia di Qiu Yu, Vivere!) ambientato nella Pechino di oggi, una città diventata frenetica e caotica dopo le ultime rivoluzioni urbanistiche, una periferia fatta di strade larghe e grattacieli anonimi, bar pieni di luci e musica, telefoni cellulari a disposizione dei frequentatori. In questo panorama stravolto e incomprensibile, il regista si butta letteralmente, girando una storia che sembra più un pretesto: ciò che prevale è lo stile, con la macchina da presa in continuo e frenetico movimento dal basso in alto, da sinistra a destra, senza mai fermarsi, pronta ad aggredire personaggi e situazioni, a fuggire, a tornare addosso, ad allontanarsi di nuovo. Tutto questo, anche dal punto di vista pastorale, ha il difetto di essere forse difficilmente recepibile dal grosso pubblico ma ha anche il merito di non essere fine a sé stesso. La libertà di stile, che il regista sceglie, corrisponde allesigenza di libertà che ancora non cè nella nuova Cina: il film è stato censurato in Patria e non è stato ancora proiettato. Lo stile diventa quindi la testimonianza di una denuncia e di un impegno: la denuncia della mancanza di libertà e dei rischi di un consumismo sfrenato, limpegno a sottolineare limportanza di valori più forti, lamicizia, la comprensione, il rispetto reciproco. Film quindi da valutare come accettabile per la sua complessità, sia pure con qualche riserva e da consigliare per dibattiti.
Utilizzazione: il film è da utilizzare con attenzione in programmazione ordinaria, perché loggettiva difficoltà della forma narrativa potrebbe impedirne la comprensione. E da recuperare in occasioni più ristrette per affrontare dibattiti su cinema e politica, su stile e contenuto, su vecchia e nuova Cina, su Cina e Occidente.