Sogg.: ispirato al libro di Pietro Calderoni - Scenegg.: Furio Scarpelli, Pietro Calderoni, Giacomo Scarpelli, Pasquale Pozzessere - Fotogr.: (panoramica / a colori) Luca Bigazzi -Mus.: Franco Piersanti - Montagg.: Carlo Valerio - Dur.: 102' - Produz.: Taodue Film, Istituto Luce
Interpreti e ruoli
Fabrizio Bentivoglio (Piero Nava), Claudio Amendola (Sandro Nardella), Margherita Buy (Franca Nava), Arnaldo Ninchi (Cataldi), Mauri-zio Donadoni (Turrini), Carlo Cartier (Luciani), Biagio Pelligra (De Lio), Paolo Maria Scalondro, Achille D'Aniello, Antonio Petrocelli, Guido Mor-bello, Antonio Campa, Pierfrancesco Pergoli, Federica Cocuccioni
Soggetto
Il quarantenne Piero Nava vive e svolge nel Sud Italia la sua atti-vità di rappresentante di commercio. La mattina del 21 settembre 1990, men-tre si dirige ad un appuntamento con il suo agente siciliano, sulla superstrada Canicattì-Agrigento assiste casualmente all'assalto di un commando mafioso che uccide il giudice Livatino. Giunto in città, decide di andare alla polizia e raccontare tutto quello che ha visto. E' l'inizio di un cambiamento di vita radicale. Nava diventa un testimone oculare, viene affiancato per la protezio-ne dal commissario di polizia Nardelli, ma quello che faceva prima non potrà più continuare a farlo: la casa a Giffoni, il lavoro, la moglie, i due figli picco-li, tutto viene sconvolto. La famiglia Nava cambia residenza, si trasferisce prima a Montecatini dai genitori della moglie Franca, poi in altra località segreta. Nava cambia aspetto, va a testimoniare in Germania, viene licenzia-to dalla ditta, entra in collisione con la moglie perché la situazione impone livelli di tensione insopportabili. Quando arriva il giorno del processo, Nava recupera inaspettatamente tutto il proprio equilibrio e offre una deposizione lucida che consente di condannare gli esecutori del delitto. Subito dopo, la polizia consegna alla famiglia Nava nuovi documenti d'identità con cui lasciano l'Italia. Oggi vivono nel Nord Europa.
Valutazione Pastorale
Una storia autentica, un fatto recente di cronaca che sembrava arduo poter affrontare in un clima molto condizionato dai fatti rac-contati. Il regista riesce invece a ricostruire con misura e sobrietà quei fatti tragici e a disegnare intorno il clima drammatico sviluppatosi nei tempi suc-cessivi. Messi in evidenza i difetti dovuti alle macchinose procedure burocra-tiche dello Stato, il film evita di fare una semplice opera di denuncia per concentrarsi sulla figura del protagonista: di lui viene seguita l'evoluzione, da figura semplice ed esuberante ad uomo che assiste incredulo all'evolversi di situazioni più grandi di lui, con tutto quello che segue in termini di scon-volgimento sul piano caratteriale, sul piano degli affetti, del rapporto con la moglie e i figli. Dal punto di vista pastorale, ne esce un ritratto convincente per il realismo e la sincerità che lo anima, per la positività che ne guida l'o-perato, per la sofferenza che passa e l'esempio di coraggio che offre a tutti gli altri. Il personaggio è seguito con partecipazione, sia in quel suo precipi-tare in una dimensione claustrofobica quasi di prigionia, sia nella volontà di riscatto che sempre lo anima.
Utilizzazione: Un buon esempio di film italiano di ispirazione civile, che può essere utilizzato anche in programmazione ordinaria, con attenzione ai minori, per l'importanza dei temi trattati e per il valido livello complessivo della realizzazione anche sul piano professionale. In sede di approfondimen-to, il film è validissimo strumento per introdurre riflessioni su argomenti legati all'attualità italiana, il senso del dovere, il ruolo dello Stato, la figura del testimone, i diritti dell'uomo e della famiglia, la distinzione tra meriti e colpe.