Sogg.: da una novella di Esma Ocak - Scenegg.: Atif Yilmaz, Yildirim Türker - Fotogr.: (panoramica/a colori) Erdal Kahraman - Mus.: Selim Atakan - Montagg.: Mevlut Kocak - Dur.: 83' - Produz.: Gulsevev Guven Yaser
Interpreti e ruoli
Turkan Soray (Hanim), Tarik Akan (Omer), Fusun Demirel (Fatma), Mine Çayiroglu (Beyaz), Cem Bender (Mahmut), Taner Barlas (Hidir), Gulsen Tuncer (Hanife), Levent Yilmaz, Suzan Kardes, Mustafa Ziya Ulkenciler, Erdinc Ozkan, Abdulkadir Tulun, Fatos Zeytinler
Soggetto
Omer, un operaio agricolo turco, residente in un villaggio sperduto dell'Anatolia, marito di Hanim, una donna ancora piacente, è padre di ben cinque figlie. Omer desidera vivamente un figlio maschio, e quando Hanim gli partorisce una sesta femmina, prende non senza esitazione una decisione consentita dalle costumanze retrograde della sua gente: decide il "berdel", lo scambio di moglie, cedendo a questo scopo Beyaz, la figlia maggiore, ad un anziano cognato, e ricevendo in cambio la giovane Fatma (operazione pure "normale" in tali disumane costumanze). La nuova moglie Fatma viene accolta cortesemente da Hanim che le usa ogni riguardo per consentirle una gravidanza senza rischi, secondo gli ordini di Omer. Questi, pur in euforica attesa dell'agognato maschio, non si fa scrupolo di approfittare anche di Hanim. Ma Fatma gli partorise una femmina, mentre Hanim, recatasi ad assistere la giovanissima Beyaz (rimasta innamorata di Mahmut, un giovane operaio) muore dando alla luce un figlio maschio. Frastornato, Omer non può che accettare il matrimonio di Beyaz con Mahmut mentre le piccole figlie si ravvicinano al padre che sembra finalmente cambiato.
Valutazione Pastorale
il film di Atif Yilmaz fatica a trasmettere la sua, pur artigianale, denuncia. Da un punto di vista tecnico-formale, infatti, "Berdel" è narrativamente approssimativo, piuttosto lento nel ritmo, e interpretato volenterosamente dagli attori. Si fa seguire quasi unicamente per le tradizioni e le cerimonie che rappresenta. Il dramma umano della gente, vittima di tali tradizioni chiaramente barbariche non viene proposto con il dovuto risalto. Eppure le donne calpestate nella loro dignità di persona sono ben tre: Hanim, la giovane Beyaz, e la rassegnata Fatma, senza contare la lunga serie di femminucce, istintativamente solidali con la madre, sacrificata da una disumana "costumanza". Qualche momento toccante non manca, è vero: la disponibilità fra sofferenza e mesta comprensione di Hanim nei confronti della nuova moglie, "scambiata" da Omer con la riluttante figlia; come pure lo smarrimento di Beyaz, innamorata dell'operaio edile, di fronte all'imposizione dello scambio voluto dal padre. Alquanto didascalico invece lo supefatto ricredersi di Omer e il suo inatteso consenso alliniziativa della figlia (merce di scambio), andata a ricuperarsi il suo operaio edile, la quale gli chiede il consenso per le nozze. Passaggi discutibili, come l'intervento persuasivo della televisione per convincere le sprovvedute donne del posto a far uso di contraccettivi e l'invito agli uomini a servirsi dei preservativi, col tono di chi sprona a comportamenti di civiltà e di progresso; e alcune scene crude, come lo stupro animalesco che Omer riserva alla pur rifiutata moglie inducono a qualche riserva.