Sogg. e Scenegg.: Eric Rochant - Fotogr.: (scope/a colori) Pierre Novion - Mus.: Gerard Torikian - Montagg.: Pascale Fenouillet - Dur.: 119' - Produz.: Les Productions Lazennec
Interpreti e ruoli
Yvan Attal (Ariel Brenner), Sandrine Kiberlain (Marie Claude), Richard Masur (Jeremy Pelman), Yossi Banai (Yossi), Dan Toren (Ran Ostrovitch), Hyppolyte Girardot (Daniel), Christine Pascal (Laurence), Andre Engel, Elizabeth Macocco, Rami Danon, Joe El Dror, Modi Bar On, Moshe Yvguv, Makram Khouri, Nancy Allen, J.F. Stevenin, Bernard Le Coq
Soggetto
ingaggiato dal Mossad, il servizio segreto israeliano, dopo 4 anni di duro tirocinio, Ariel Brenner viene incaricato di coordinare a Parigi l'operazione di reclutamento coatto di un ingegnere nucleare, Remy Preiur, che sta fornendo ad un paese arabo la tecnologia per ottenere un arsenale nucleare. L'agente colloca una microspia telefonica nell'appartamento, e la bionda agente Marie Claude inizia una relazione amorosa con Preiur in un hotel sotto il controllo di una telecamera. Ma l'uomo, dopo esser stato messo in contatto con un altro agente che si finge emissario di un governo filo-arabo, disposto a pagarlo lautamente per il suo know-how nel settore nucleare, decide di ritirarsi, e a nulla vale l'intervento in extremis di Bill Haydon che gli ricorda brutalmente la sua parentesi extraconiugale: Preiur si ritira in campagna con la consorte, ed Ariel decide di lasciarlo andare. Il suo ex istruttore Yossi giunge a Parigi, e decide di sospenderlo. Fallito il tentativo di arruolare un ingegnere arabo con tre figli, anche Marie Claude, nonostante Ariel, che ha un sentimento per lei, tenti disperatamente di avvertirla, viene eliminata. Tornato in Israele, da dove scrive lettere, chiaramente censurate, alla sorella Laurence che vive a Parigi, Ariel ad una riunione mista con agenti statunitensi viene contattato da Jeremy Pelman, un ebreo americano della NSA, che gli offre gratuitamente importanti documenti sull'organizzazione dei servizi americani. Nasce così l'operazione "Aladin", che risulta talmente fruttuosa che i superiori di Ariel decidono di arruolare Jeremy Pelman. Ma la pressione eccessiva spaventa l'americano che tenta di ritirarsi e, vistosi braccato,chiede addirittura asilo politico all'ambasciata israeliana, che lo respinge facendolo arrestare dai connazionali. Deluso e frustrato, Ariel scrive alla sorella e va a trovarla a Parigi, per affidarle un memoriale: ma un agente lo rintraccia e lo riporta in Israele. Qui, funzionario all'aereoporto di Tel Aviv, ritrova la bella Marie Claude, creduta morta, con la quale dà inizio ad una relazione.
Valutazione Pastorale
il film presenta il mondo delle spie visto con occhio disilluso e poco incline allo spettacolo o al sensazionale. Qui il personaggio un pò triste e tutto sommato perdente (salvo il poco convincente incontro finale con Marie Claud) di Ariel, dovrebbe creare un'atmosfera di realismo quotidiano, di routine, di lavoro condotto senza scrupoli ma anche con disincantato realismo. Il protagonista è effettivamente troppo tetro e incolore per dare la sensazione di un uomo che sacrifica la propria vita per un ideale, e la celebre efficienza del Mossad, qui impegnata in operazioni tutto sommato tutt'altro che spettacolari o difficili, non esce certo esaltata dagli esiti raggiunti. Non si comprende, quindi, se il film sia un giovanile e ambizioso ma non eccelso tentativo di neo-realismo nel filone dello spionaggio, o addirittura un camuffamento, orchestrato dallo stesso Mossad, interessato a veder sè stesso ridotto al rango di "normale" (e quindi meno pericolosa e temibile) agenzia di spionaggio, visto il clima di distensione con parte del mondo arabo perseguito da Israele in questa fase. Il realismo di alcune scene e situazioni rendono il lavoro discutibile.