Sogg. e Scenegg.: Nikita Mikhalkov, Roustam Ibraguimbekov - Fotogr.: (panoramica/a colori) Vilen Kaluta - Mus.: Edouard Artemiev - Montagg.: Enzo Meniconi - Dur.: 127' - Coproduz.: Studio Trite, Russia - Camera One, Francia
Interpreti e ruoli
Oleg Menchikov (Dimitri), Ingeborga Dapkounaite (Maroussia), Nikita Mikhalkov (Serguei Petrovich Kotov), Nadia Mikhalkov (Nadia), Andre Oumansky (Philippe), Viatcheslav Tikhonov (Vsevolod Konstantinovitch), Svetlana Krioutchkova (Mokhova), Vladimir Ilyine (Kirik)
Soggetto
nell'estate 1936, in una bella dacia immersa nel verde di boschi e di estese praterie vi trascorrono giornate serene i componenti della famiglia di Serguei Petrovich Kotov, colonnello dell'armata rossa, uomo di tale autorità e popolarità da allontanare con una parola o un gesto imperioso un'intera formazione di carri armati, in procinto di compiere esercitazioni belliche, devastando prati e coltivazioni intorno alla dacia della moglie Maroussia. Serguei Kotov però è uso trascorrere le sue giornate in un tenore di vita semplice, tra affetti familiari e attività ricreative piacevoli, innamoratissimo della moglie e della loro figlia Nadia. Improvvisamente giunge Dimitri, detto Mitia, un giovane conoscente, che ora in segreto fa parte della polizia politica di Stalin. Era stato il primo amore di Maroussia e non le nasconde di amarla ancora: la giovane donna rimane turbata e inquieta e lo sfugge, senza tuttavia farne parola al marito, al quale è attaccatissima. Dimitri ha l'incarico di eliminare Kotov, accusato di tradimento e vittima designata delle "purghe politiche" di Stalin. Dimitri è talmente astuto ed enigmatico da non lasciar trapelare il suo micidiale compito e riesce a far credere a Kotov a una chiamata di Stalin per importanti comunicazioni. Il colonnello indossa pertanto la divisa e si avvìa verso l'automobile che lo attende accompagnato dalla figlioletta, alla quale è stato promesso da Dimitri di guidare il mezzo fino alla svolta. Qui giunti, la piccola fa ritorno cantando alla dacia, ignara della sorte riservata al padre. Dopo "l'esecuzione" di Kotov, demotivato e disperato Dimitri si uccide.
Valutazione Pastorale
il film è di squisita fattura e grande bellezza formale. Il regista e protagonista Nikita Mikhalkov vi fa confluire le due "anime" della Russia: quella pacifica e inoffensiva di tipo cechoviano, ma carica di premonizioni, e quella astuta e micidiale di stampo marxista. La scenografia riserva allo spettatore i più suggestivi panorami della campagna russa e gli interni più caratteristici di una dacia campestre, dove pare non arrivino (se non smorzati dalle immagini significative di una scampagnata di "pionieri" plagiati e standardizzati dal regime ad esercitazioni da protezione civile, fra sollecitudine preventiva e ilarità di particolari umoristici) gli echi sinistri della dittatura di Stalin. Densa ed espressiva la recitazione dei due comprimari, Nikita Mikhalkov e Oleg Menchikov e deliziosa quella della piccola Nadia, figlia del regista. La sapiente regia riesce a non far presagire allo spettatore il finale drammatico del film. Nelle tragiche contraddizioni dell'ora storica, che disorientano e inducono alla disperazione, il gesto insano di Dimitri va riferito piuttosto al fallimento di una ideologia spregiudicata che al rifiuto della vita. Il film è ricchissimo di simbologie e metafore, con quel "sole" vagante e ingannatore, che trascorre minaccioso e sinistro fra le strutture e gli oggetti evocanti il regime, fino a divampare sulla torre eretta in onore di Stalin. Si ritiene il film raccomandabile, purché seguito da conveniente dibattito.