Sogg. e Scenegg.: Bruce Joel Rubin - Fotogr.: (panoramica/a colori) Peter James - Mus.: John Barry - Montagg.: Richard Chew - Dur.: 112' - Produz.: Jerry Zucker, Bruce Joel Rubin, Hunt Lowry
Interpreti e ruoli
Michael Keaton (Bob Jones), Nicole Kidman (Gail Jones), Haing S. Ngor (Ho), Bradley Whitford (Paul), Queen Latifah (Theresa), Michael Constantine (Bill), Rebecca Schull (Rose), Mark Lowenthal, Lee Garlington, Tony Sawyer, Romy Rosemont, Danny Rimmer
Soggetto
Bob Jones, un pubblicitario di successo, vive a Los Angeles con la moglie Gail. La notizia che sta aspettando un figlio lo getta nel panico: ha infatti un male incurabile, e nei quattro mesi concessigli dalla medicina lotta per arrivare a conoscere questo bambino ed a lasciargli, tramite delle videocassette, i suoi ricordi e insegnamenti. Attraverso l'esperienza cruciale della malattia i suoi rapporti con la moglie, e soprattutto coi familiari, abbandonati dieci anni prima per incompatibilità di carattere, nella lontana Detroit, si modificano: anche un pranoterapista cinese, Ho, lo stimola a seguire più il suo cuore e ad abbandonare il rancore e la sofferenza, attribuendo evidentemente il tumore a cause psicosomatiche; lo spinge inoltre ad andare al matrimonio del fratello minore Paul, a Detroit, sperando in una riconciliazione con i suoi, ma purtroppo la festa si conclude con l'ennesima lite. L'ecografia con la visione del suo futuro figlio lo tocca profondamente. Va al Luna Park per esorcizzare l'antica paura infantile delle montagne russe: è il giorno zero, la scadenza sancita dalla medicina. Bob chiede a Dio di farlo vivere fino alla nascita del bambino e viene esaudito. La gioia di conoscere il neonato figlio Brian viene offuscata però dall'aggravarsi del male, che lo costringe al letto ed alle cure di un'infermiera. Telefona così ai genitori, e la madre vince il suo timore dell'aereo per stargli accanto. Il padre, col quale si riconcilia, gli mantiene un'antica promessa d'infanzia, di fargli trovare il circo in giardino. Assistito amorevolmente dalla moglie, Bob ha l'impressione, morendo, di salire su un otto volante che lo proietta verso una gran luce.
Valutazione Pastorale
un film di valori e di contenuti, questo film di Rubin, che affronta il tema del malato terminale con molto rispetto e partecipazione umana. E' da segnalare soprattutto la qualità del rapporto tra i due coniugi, con l'ironia che Bob mantiene quasi fino alla fine per sdrammatizzare una situazione angosciante, e l'affetto, la delicatezza e l'attenzione da parte di lei, che vince la sua disperazione per sostenere e confortare fino all'ultimo il marito. Positivo anche il ricomporsi della frattura coi familiari, nata dalla scarsa attenzione che il padre, indaffaratissimo, ha potuto concedere ad un bimbo bisognoso d'affetto: e tutto sembra concentrarsi, ed il film si apre significativamente con questa sequenza, nell'episodio del circo in giardino che il padre ha promesso al bambino che, fiducioso, ha anche invitato i compagni di scuola. Da questa delusione cocente, sommata alla continua assenza del padre nasce il rancore che Bob si porta per quasi tutta la vita, e che colpisce la sensibilità del guaritore cinese, che gli attribuisce l'origine del male. L'accenno esplicito del pranoterapeuta alla reincarnazione suscita pastoralmente qualche dubbio, ed anche il definire la luce che Bob intravede durante le sedute e che appare al momento della morte come "Luce dell'Io" (di teosofica memoria), getta qualche ombra sulla validità del messaggio.