LE BUTTANE

Valutazione
Inaccettabile, Squallido
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Aurelio Grimaldi
Durata
85'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
LE BUTTANE
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Aurelio Grimaldi Tratto dal libro "Le Buttane" di Aurelio Grimaldi
Musiche
Aurelio Grimaldi
Montaggio
Mauro Bonanni

Sogg.: Tratto dal libro "Le Buttane" di Aurelio Grimaldi - Scenegg.: Aurelio Grimaldi - Fotogr.: (panoramica/b.n.) Maurizio Calvesi - Mus.: Aurelio Grimaldi - Montagg.: Mauro Bonanni - Dur.: 85' - Produz.: Trio Cinema e Televisione - Vietato ai minori degli anni quattordici

Interpreti e ruoli

Ida Di Benedetto (Orlanda), Guja Jelo (Liuccia Bonuccia), Lucia Sardo (Milù), Sandra Sindoni (Blu Blu), Paola Pace (Veronica), Marco Leonardi (Maurizio), Alessandra Di Sanzo (Kim), Giuseppe Cusimano, Luigi Burruano, Vincenzo Crivello, Giuseppe Pizzuti, Benedetto Raneli

Soggetto

Orlanda la napoletana, Liuccia Bonuccia, Milù, Blu Blu, Veronica, sono alcune delle prostitute reperibili nei luoghi più degradati di Palermo o ospitali nelle loro tane nei vicoli. Qualcuna con il bambino in orfanatrofio e più sfrontata e disperata delle altre con tanto di "protettore" a far da avvoltoio, pronte ad amplessi rapidi e a prestazioni con ignoti, giovani o anziani che siano. Orlanda trova in un extracomunitario affetto e gentilezza; poi costui le ammazza con un candeliere il "protettore" violento. C'è anche un altro morto: è un anziano intellettuale e lo uccide il giovane Maurizio che regolarmente lo frequenta a domicilio, vanamente in cerca di denaro. Si alternano turpitudini e botte, patteggiamenti sulle tariffe; in un triste Natale un panettone con champagne viene offerto da un "protettore" in vena di generosità: con una piccola pausa ritmata da una patetica canzone ispirata all'amore, intonata dalle "buttane". Ma nulla cambia nell'automatismo dei gesti, nella sguaiataggine focosa dei clienti e nei destini delle sciagurate a pagamento.

Valutazione Pastorale

più che un film, un taccuino di impressioni, di schegge e abbozzi narrativi per farne un quadro in un bianco e nero deprimente, nella cornice di una Palermo al limite del degrado: in scena imperano la genitalità, la trivialità, i calcoli tariffari. Colpisce che Aurelio Grimaldi (il libro "Le buttane" è suo e sua la sceneggiatura) abbia potuto impantanarsi in un lavoro così sconnesso e scabroso, dove tutto appare negativo ma anche banalizzato (paradossalmente perfino le scene dell'orfanatrofio e del prete che lo dirige) e dove trovano spazio financo momenti in stile sceneggiata (Orlanda e l'extracomunitario; la prostituta che, visitata a domicilio da due terrificate testimoni di Geova, si scatena con dialoghi blasfemi e volgarità). "Le buttane" è un'opera iperrealistica e populista, che in ciò che è sordido e squallido sembra sguazzare, resa per di più faticosa dal dialetto siciliano, il più delle volte pressochè incomprensibile. Il taglio e i toni di tanti frammenti non appaiono felici: a volte lo spessore ne è ridotto al minimo (quelle triviali e idiote barzellette di alcuni ragazzotti frementi in sala di attesa). Con frammenti non riconducibili ad un senso di unità, ad una visione totale, è facile scivolare nel sociologismo d'accatto.

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