Sogg. e Scenegg.: Aughi Solaro, Elisabetta Valgiusti, Gianfranco Fiore - Fotogr.: (panoramica/a colori) Giorgio Urbinelli - Mus.: Lamberto Cardellini - Montagg.: Sergio Buzi - Dur.: 102' - Produz.: Reiac Film
Interpreti e ruoli
Alessandro Quasimodo (Fabio), Alvia Reale (Bruna), Vanni Materassi (Lo Scienziato), Cesare Bocci (Padre Gabriele), Massimo Milazzo (Don Paolo), Sofia Amendolea (Nina), Maria Cumani Quasimodo (Isadora), Maria Rosa Scotton
Soggetto
un gruppo di pellegrini guidato da don Paolo partecipa ad un pellegrinaggio notturno al Santuario del Sacro Monte di Varallo. Bruna, pilota d'aereo, non può più esercitare perchè ammalata di labirintite ed è anche angosciata perchè lasciata da Fabio, un criminologo che partecipa al pellegrinaggio seguendo un suo paziente, uno scienziato. Questi, dopo la perdita della moglie, dà segni di squilibrio: presume di captare l'energia vitale dei partecipanti al pellegrinaggio per ridarle la vita ed è convinto che un cristallo da lui sintetizzato, che ha denominato "Aquero", sia una sorta di talismano energetico universale dai misteriosi poteri. L'anziana Isadora, ex ballerina, sente istintivamente che lo scienziato sta tramando qualcosa di losco, e mette in allarme i partecipanti che, in un'improvvisa crisi di violenza, tentano di linciare l'uomo: Don Paolo deve intervenire a calmare gli animi. Dopo aver rubato il furgone che precede il gruppo dei pellegrini, lo scienziato provoca un incidente: prima di spirare avverte che "Aquero" esploderà al Sacro Monte. Il pellegrinaggio si divide ed un piccolo gruppo è affidato alle cure del giovane padre Gabriele. Mentre Isadora si sente male e viene trasportata in barella, vaneggiante, Bruna e Fabio rievocano i drammatici momenti in cui si conobbero, proprio al Sacro Monte; poi Fabio svela a Bruna di avere in comune con lei lo stesso padre: dopo un abbraccio passionale i due sembrano rassegnarsi al destino. Giunto il gruppo al Santuario, Isadora muore, mentre all'interno della Chiesa nelle mani della Madonna prende forma il cristallo "Aquero", alla cui luce accorre un gruppo di fedeli.
Valutazione Pastorale
il film sembra mancare di una sceneggiatura rigorosa, atta a raccoglierne i vari elementi, facendoli convogliare verosimilmente in un'unica tematica. Questo vago "Aquero" può essere l'obiettivo di una ricerca scientifica paranoica, o "il cristallo tersissimo" dell'anima liberata da ogni ingombro terreno o essere identificabile addirittura in "quella là", la creatura più eccelsa di tutto il cosmo, la Vergine Maria, che ha reso visibile nell'incarnazione l'invisibilità di Dio. Anche se risulta apprezzabile la ricerca di Dio come pellegrinaggio verso il monte e quella teresiana della "notte oscura", come smarrimento nel buio e nell'intrico di una boscaglia, appare alquanto ripetitiva la scansione di quell'andare penoso, come dietro le orme di una Via Crucis, di cui ogni vita è riflesso; didascalico l'espediente delle confessioni itineranti dei vari personaggi a padre Gabriele; non chiaramente motivato il soprassalto di passione che coglie Bruna e Fabio, anche dopo la presa di coscienza dell'indole incestuosa del loro rapporto. I moduli espressivi in linea con le possibilità di comunicare idee esistenziali ardue all'uomo d'oggi devono esser oggetto di scelte molto attente, per non rischiare di crear confusione fra simbolismo, illusioni magiche e superstizione, in buona sostanza effetti controproducenti nei riguardi della religione. Al film non si può negare una certa carica di ricerca metafisica e religiosa, ma forse non sufficientemente sedimentata e quindi presente allo stato di magma, di una sorta d'intrico indistinto, dal quale a fatica e con una certa buona volontà, diventa possibile isolare elementi dottrinalmente ineccepibili.