Sogg.: Remy Belvaux - Scenegg.: Remy Belvaux, Andrè Bonzel, Benoit Poelvoorde, Vincent Tavier - Fotogr.: (normale/b.n.) Andrè Bonzel - Mus.: Jean Marc Chenut - Montagg.: Eric Dardill - Dur.: 92' - Produz.: Les Artistes Anonymes
Interpreti e ruoli
Benoit Poelvoorde (Ben), Andrè Bonzel (Il Cameraman), Remy Belvaux (Il Reporter), Jean Marc Chenut (Patrick), Alan Oppezzi (Franco), Vincent Tavier (Vincent), Jacqueline Poelvoorde Pappaert (La Madre di Ben), Nelly Pappaert, Hector Pappaert, Vincent Merveille, Pol Vanderwarren, Anne Lagrange, Jenny Drye
Soggetto
Ben è un giovane killer che si procura denaro uccidendo e derubando le sue vittime, scelte sempre fra persone poco importanti. La madre e i nonni di Ben, che ignorano la sua attività criminale, amano molto il congiunto che va a trovarli spesso nel loro modesto negozio. Poichè egli è un narcisista e un esibizionista, si fa seguire nelle sue imprese da una piccola troupe cinematografica, composta da un cameraman, da Patrick, Franco e Vincent, i quali, completamente soggetti a lui, riprendono gli assassinii e lo aiutano a sbarazzarsi dei cadaveri, gettandoli impacchettati nel fiume, con la zavorra necessaria. Davanti alla troupe, le riprese degli assassinii vengono alternate da brani di poesie e sproloqui vari, in cui egli ricorda quanto le donne lo hanno fatto soffrire; i suoi studi di pianoforte (poi abbandonati), oppure il pugilato, che ha praticato per qualche tempo. Intanto Ben ritrova la matura amica Jenny, che ignora la sua attività omicida. Il giorno del suo compleanno Ben riunisce a pranzo parenti ed amici e uccide uno dei componenti della sua troupe per provare la pistola. Tutti i presenti, col volto schizzato di sangue, restano impassibili a tavola. In seguito, evaso dal carcere, dove è stato rinchiuso per il tentato omicidio di un postino, Ben si rifugia con il cameraman in un edificio abbandonato, dove dei colpi sparati da una finestra ammazzano entrambi.
Valutazione Pastorale
sotto lo sguardo partecipe di un obiettivo cinematografico si svolge questa agghiacciante vicenda, che mostra il ritratto di un killer spietato, e certamente pazzo, il quale vuole fare immortalare le sue gesta. Certamente i tre registi Remy Belvaux, Andrè Bonzel e Benoit Poelvoorde (il quale interpreta efficacemente il ruolo del maniaco) hanno voluto condannare il coinvolgimento e la complicità sempre più stretta dei componenti una troupe cinematografica agli assassinii compiuti spesso con la loro collaborazione. Si tratta dunque di un atto d'accusa contro la strumentalizzazione e la manipolazione dello spettatore, di cui si rende oggi colpevole specialmente la televisione. Basta osservare la scena in cui il protagonista, durante un pranzo di festa, uccide, per provare l'uscita della pistola dalla fondina, uno dei suoi collaboratori, e nessuno fra i commensali, che hanno il volto schizzato di sangue, si scompone, perchè ormai tutti sono abituati a guardare come spettacolo gli avvenimenti più crudeli. Malgrado questa finalità critica del film, al quale bisogna riconoscere notevoli meriti tecnici, ciò che viene mostrato è talmente efferato e inquietante da rendere l'opera inaccettabile.