Sogg.: Tratto dal lavoro teatrale di William Shakespeare - Scenegg.: Kenneth Branagh - Fotogr.: (Scope/a colori) Alex Thomson - Mus.: Patrick Doyle - Montagg.: Neil Far-rell - Dur.: 239' - Produz.: David Barron
Interpreti e ruoli
Kenneth Branagh (Amleto), Julie Christie (Gertrude), Derek Jacobi (Claudio), Richard Briers (Polonio), Michael Maloney (Laerte), Kate Winslet (Ofelia), Nicholas Farrell . (Orazio), Richard Attenborough (amba-sciatore inglese), Brian Blesse (fantasma), Gerard Depardieu (Reynaldo), Reece Dinsdale (Guildenstern), Timothy Spall (Rosencrantz), John Gielgud (Priamo), Billy Crystal (Becchino), Robin Williams (Osric), Jack Lemmon (Marcello), Rosemary Harris (attrice regina), Charton Heston (attore re)
Soggetto
Informato della morte improvvisa del re suo padre, Amleto, prin-cipe di Danimarca, torna al castello di Elsinore e, durante il funerale, ha la netta sensazione che la madre Gertrude tradisca un dolore fasullo, consolata dal fratello del defunto, il nuovo re Claudio. Pieno d'angoscia, Amleto è tor-mentato dal dubbio di fronte all'evidente unione sentimentale che si è instau-rata tra Claudio e Gertrude. L'amico Orazio asserisce di aver visto e sentito parlare lo spettro del re defunto, ed è proprio questo spettro a fermare Amle-to che, dopo l'avvenuto matrimonio tra Claudio e Gertrude, voleva suicidar-si. Il padre gli conferma di essere stato ucciso dal fratello. Amleto è innamo-rato di Ofelia, figlia di Polonio consigliere del re, che però viene dissuasa dal padre dal corrispondergli. Amleto allora si finge pazzo per potere più libera-mente predisporre i propri piani. Gli intrighi però si susseguono. Amleto è allontanato in Inghilterra, Ofelia si suicida. Amleto torna, Claudio e Laerte studiano un piano per eliminarlo (un duello), che però fallisce. Muore Ger-trude, muore Laerte, muore Claudio ed anche Amleto, ferito, si spenge sor-retto dall'amico Orazio.
Valutazione Pastorale
trasportata dall'originario medioevo alla fine del 1800 e realizzata in 70 mm, la famosa tragedia shakespeariana acquista vera-mente uno slancio che accentua la sua dimensione epica e ne conferma (ammesso che ce ne fosse bisogno) il valore metastorico, ossia valido in qua-lunque cornice e in qualunque epoca. Il regista-attore Branagh riesce perfet-tamente a far convivere la forma coinvolgente dello spettacolo e il forte, dirompente contenuto del testo. Ambizione, rivalità, potere, passioni da un lato; il senso del perdono, l'amore, l'amicizia, la luce della ragione e la bontà del cuore dall'altra attraversano di continuo il dialogo e i personaggi. Carat-teri scolpiti nella memoria e nel ricordo, che non possono essere ignorati anche in questa versione di fine Millennio. Dal punto di vista pastorale, si possono avanzare riserve per qualche forzatura di immagini, ma a prevalere deve essere la reale comunicazione di speranza che il film (e il testo) riman-da all'uomo d'oggi.
Utilizzazione: il testo è stato trasposto nella sua versione integrale, e il film ha la durata di quattro ore. L'utilizzazione può avvenire sia in fase ordinaria (ne esiste anche una versione ridotta di due ore, che però snatura il senso del lavoro di Branagh) sia in occasioni più mirate, dove si possono aprire rifles-sioni, dibattiti, confronti con le altre versioni tratte dal testo shakespeariano.