Sogg.: Daphna Kastner - Scenegg.: Daphna Kastner, Bashar Shbib - Fotogr.: (normale/a colori) Stephen Reizes - Mus.: Emilio Kauderer - Montagg.: Bashar Shbib, Dan Foegelle - Dur.: 84' - Produz.: Bashar Shbib - Vietato ai minori degli anni quattordici
Interpreti e ruoli
Daphna Kastner (Julia), David Duchovny (Daniel), David Charles (Jack), Tim Ray (Leo), Clare Bancroft (Jackie), Martin Donovan (Freddy), Anita Olanick (Ursula), Al Samuels, Julie Roswal, C.H. Lehenhof, Lauren Fitch
Soggetto
nel 1990, sulla costa della California presso Los Angeles, in una villa sul mare, Julia, scrittrice di libri per l'infanzia, è ospite del suo editore, Jack, che le chiede con insistenza di sposarlo, anche se non sembra entusiasta degli approcci fisici di lei. Uscito Jack, Julia riceve una telefonata di un certo Daniel, che dice di aver sbagliato numero, ma imbastisce a poco a poco un vero incontro telefonico, stimolando la donna, che finisce per abbandonarsi a confidenze intime sulla sua infanzia, sulle prime esperienze sessuali. Julia decide di invitare a pranzo Daniel, anche perchè Jack starà fuori tre giorni. Daniel arriva, e dopo qualche imbarazzo iniziale, trascorrono insieme la notte, con la parentesi di una donna, che sulla spiaggia cerca il suo cavallo, e che mostra di riconoscere Daniel, chiamandolo però Charles. Al mattino l'uomo se ne va, e l'amazzone del giorno prima avvisa Julia di essere stata vittima dello stesso trattamento, e le fornisce l'indirizzo dell'uomo, che lei trova impegnato in una telefonata analoga a quella da lei ricevuta. Infuriata, Julia lo lascia diffidandolo a cercarla nuovamente. Ma Daniel si presenta a casa sua e convince Jack, dopo aver superato la sua ostilità, che è lui innamorato di Julia e che per il loro bene lui deve allontanarsi. Ma Julia sembra aver preso le distanze da entrambi, e chiede a Daniel di chiamarla di lì a un mese. Partiti gli uomini, la donna, ormai libera, si abbandona ad una danza sulla spiaggia.
Valutazione Pastorale
per trattare con un linguaggio cinematografico convincente una commedia come questa ci vorrebbe altro che la regia dello sconosciuto Bashar Shbib: forse ci saremmo risparmiati la noia che, specie nel primo tempo, deborda dallo schermo, occupato costantemente dai due attori con l'orecchio attaccato al telefono. La vicenda è di per sè di uno squallore totale: solo un'animalesca velleità di calore umano, a carattere eminentemente epidermico, e una verbosità maniacale che male denuncia il vuoto di valori in cui si dibattono i protagonisti. Film girato con stile pesantemente teatrale, la cui sensazione claustrofobica è accresciuta dal torrente ossessivo di parole riversate nei telefoni che, come una sorta di protesi i due si trascinano per casa. A ciò si aggiungano alcune scene a carattere erotico non certamente edificanti.