SENZA INDIZIO ***

Valutazione
Accettabile, Brillante
Tematica
Genere
Commedia
Regia
Thom Eberhardt
Durata
109'
Anno di uscita
1989
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
WITHOUT A CLUE
Distribuzione
Artisti Associati International
Soggetto e Sceneggiatura
Gary Murphy, Larry Strawther
Musiche
Henry Mancini – Montagg.: Peter Tanner
Montaggio
Peter Tanner

Sogg. e Scenegg.: Gary Murphy, Larry Strawther - Fotogr.: (normale/a colori) Alan Hume - Mus.: Henry Mancini – Montagg.: Peter Tanner - Dur.: 109' - Produz.: Marc Stirdivant

Interpreti e ruoli

Micheal Caine . Ben Kingsley (Sherlock Holmes/Reginald Kin Caid), Jeffrey Jones (Dottor Watson), Lysette Anthony (Ispettore Lestrade), Paul Freeman (Fake Lesley), Nigel Davenport (Moriarty), Peter Cook (Lord Smithwich), Pat Keen

Soggetto

abituato a fare da quieto e un pò ottuso "secondo", il dottor Watson vuole dare una clamorosa rivelazione alla stampa: chi ha risolto gli enigmi dei casi più oscuri è stato lui e non l'amico e pigmalione Sherlock Holmes. Costui in realtà è Reginald Kincaid, un mediocre attore, ubriacone e donnaiolo che si è fatto una fama solidissima grazie alle intuizioni del medico. Ora si presenta un caso nuovo: qualcuno tenta di immettere in Inghilterra sterline false, stampate a Londra e pare che gli stampi siano stati gettati in un lago per sviare le indagini che a Sherlock Holmes sono state affidate dal Ministro per l'Interno Lord Smithwich su incarico della Regina Vittoria e con grande disappunto dell'Ispettore Lestrade di Scotland Yard. Nell'ombra e a capo della operazione trama il bieco Moriarty: i due investigatori, interpretando in un curioso modo una banconota falsa, stampata per errore solo a metà e finita nel Tamigi, piombano alle spalle di costui nel Teatro Orfeo e poi nei suoi sotterranei. I cliché vengono consegnati all'ispettore e Moriarty viene ucciso dal gas sprigionatosi dalle condutture saltate. Tutto è dovuto alla pervicacia ed alla energia di Watson, cui l'altro fa da spalla: ma Holmes, quello celebre che tutti conoscono, non potrà mai ufficialmente ritirarsi. Davanti, però, alla gente che lo applaude, tributerà un doveroso omaggio al dottore, chiudendo un caso pericoloso, ma per lui come sempre "elementare".

Valutazione Pastorale

a farsi beffe di una invenzione e di un personaggio come quello di Sherlock Holmes e smontarne il mito è riuscito Thorn Eberhardt, regista inglese. È il riscatto spassosissimo di Watson, da sempre confinato in un ruolo amichevole certamente, ma senza gli exploit del suo geniale amico, il quale è un modestissimo teatrante, un pò ciondolone, sbruffone e istrione come pochi, che vive di riflesso alla bravura dell'altro. Il film è brioso e tutto godibile, venato di buon gusto, sempre in bilico tra le avventure rocambolesche e l'ironia di dialoghi frizzanti, demolendo con garbata arguzia il mito di Sherlock Holmes. L'inclusione del teatro, della sua scena e dei sotterranei arricchiscono le ultime fasi del "caso" di una serie di praticabili e fondalini che calano giù di colpo e colorano l'insieme con i guizzi del farsesco, in una girandola cui partecipa anche la signora Hudson (la governante buffa e debordante), divertente e divertita lei pure. Tutto si svolge nella Londra vittoriana, con una ricostruzione puntualmente perfetta, cui molto contribuisce la splendida fotografia assai curata negli interni. Ottima l'interpretazione di Micheal Caine e Ben Kingsley nel loro gioco di eccezionale virtuosismo, basato su di un mestiere ed uno stile scintillanti, con gesti e ammiccamenti di sottile arguzia.

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