IL PRETE BELLO

Valutazione
Discutibile, scabrosità
Tematica
Amicizia, Educazione, Famiglia, Letteratura, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Carlo Mazzacurati
Durata
92'
Anno di uscita
1989
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
IL PRETE BELLO
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Franco Bernini, Carlo Mazzacurati, Enzo Monteleone
Musiche
Fiorenzo Carpi
Montaggio
Mirco Garrone

Sogg: liberamente tratto dal romanzo omonimo di Goffredo Parise - Scenegg.: Franco Bernini, Carlo Mazzacurati, Enzo Monteleone - Fotogr.(panoramica/a colori): Giuseppe Lanci - Mus.: Fiorenzo Carpi - Montagg.: Mirco Garrone - Dur.: 92' - Prod. Wickelodeon, Roma, Partners's Productions, Paris.

Interpreti e ruoli

Roberto Citran (Don Gastone), Adriana Asti (Immacolata), Massimo Santella (Sergio), David Torsello (Cena), Jessica Forde (Fedora), Marco Messeri (il ragioniere), Silvana De Santis . (Camilla), Antonio Petrocelli (Tiziano)

Soggetto

Nel 1939 in una bella città della provincia italiana (Vicenza), dopo la guerra di Spagna. Sergio (un ragazzetto figlio di N.N.), che con l'amico Cena vive in sana allegria impegnato con la sua bella bicicletta a far corse tra i campi, partecipa ad una recita organizzata da don Gastone, ex cappellano militare, attivatore di spettacoli benefici, con sempre d'attorno in palese ammirazione un gruppetto di zitelle bigotte. Primeggia fra queste la signorina Immacolata, che per lui stravede e che è l'anziana padrona di un grande caseggiato, dove Sergio vive con la madre e i nonni e in cui spesso è bene accolto un certo Tiziano (un orologiaio che corteggia la donna). Allorché la bella Fedora affitta un alloggio nell'immobile (è una prostituta capitata in città da Venezia), i due ragazzi ne restano affascinati e Cena ha un rapporto d'amore con Fedora. Lo scandalo scoppia, allorché Immacolata e le sue isteriche amiche scoprono con orrore che don Gastone frequenta la ragazza. Mentre il prete, che ha del tutto perso la testa, sarà allontanato e Fedora torna sulla laguna, esce di prigione lo zio di Cena, detto "il ragioniere", truffatore ed organizzatore di furti audaci. Coinvolti dall'uomo, il nipote e Sergio vanno una notte a rubare proprio nel negozio di Tiziano. Sergio si impossessa di un magnifico microscopio ma, nella fuga, un metronotte sorprende il terzetto, uccide il "ragioniere" ed è a sua volta ucciso a coltellate da Cena, che viene preso e condannato a vari anni di carcere minorile. Ma la solidarietà fra lui e Sergio sussiste ancora. Un giorno Sergio, accompagnato da Fedora, porta all'amico dei dolci ed un libro: nascosti nella copertina ci sono dei fogli di carta vetrata. Cena evade, ma mentre torna verso Vicenza, un camion militare lo investe e lo uccide. Sergio, che in bicicletta aveva lasciato con un compagno la città per fare una gita, arriva sul posto quando l'amico è ormai morto.

Valutazione Pastorale

Va bene che il film (di Carlo Mazzacurati) è solo ispirato all'omonimo romanzo di Goffredo Parise, ma a più forte ragione il titolo appare spropositato e quasi fuori posto. Nelle pagine di Parise il sacerdote era più candido, ma molto meno piatto e più al centro psicologico della vicenda, la zitella Immacolata ben più intensa e cattiva e la bionda Fedora una professionista assai più esplicita. Nel film don Gastone, travolto da inconsulta passione, appare, scompare, pubblicizza le proprie ambizioni letterarie, esalta la sua posizione politica, si abbandona a piaceri carnali e poi scompare di nuovo. Un prete più che bello un po' svitato un manichino senza spessore personale, nè drammatico. Tutto è visto, valutato e registrato con gli occhi dei ragazzi, tutto si svolge non solo nella sonnolenta cornice provinciale, ma nella memoria di Sergio, la cui voce fuori campo si aggiunge agli eventi, per sottolinearne il peso, dai più semplici ai più gravi. Tre sono le vicende su cui è imperniata l'opera: l'avventura turpe e folle di don Gastone; la vita affettiva ed emotiva di Sergio (il piccolo testimone, innamorato della magnifica bicicletta dono di Immacolata); la storia dei furti che, da prima modesti, si traducono alla fine in tragedia, suggellata dal delitto di Cena e dalla morte del ragazzo sull'asfalto dopo l'evasione. I ricordi raccontati sono tanti. Sostanzialmente, ciò che nuoce all'opera è il suo slegamento ed è un peccato, poiché il film ha immagini accurate, i tocchi sono delicati, vi sono momenti ben raccontati e notazioni felici. Quanto alla cornice ed alla ambientazione esse sono gradevoli. Mazzacurati dà prova della sua bravura, dirigendo egregiamente i personaggi che qui più gli premono e cioè i due ragazzi: Sergio in primo luogo, il quale in una breve stagione ha colto negli avvenimenti i sapori e gli umori, le note gaie e quelle tragiche, destinate a sedimentare per sempre nella memoria e nella vita.

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