In sala le rom-com “Love Again” e “Book Club 2”, su Sky “A casa tutti bene. La serie”
sabato 13 Maggio 2023
Un articolo di:
Sergio Perugini
“All you need is love. Love is all you need”. Così i Beatles nell’estate del 1967, brano che ci aiuta a introdurre le uscite settimanali tra cinema e piattaforma. Anzitutto in sala la commedia romantica a stelle e strisce “Love Again” di Jim Strouse con Priyanka Chopra Jonas e Sam Heughan, con la partecipazione della cantante Céline Dion. Un film che mette a tema la forza di rialzarsi dopo lo strappo di un lutto. Sempre al cinema “Book Club. Il capitolo successivo” di Bill Holderman con Jane Fonda, Diane Keaton, Candice Bergen e Mary Steenburgen: viaggio on the road in Italia come inno all’amicizia e all’amore a ogni età. Su Sky e Now tona Gabriele Muccino con la seconda stagione di “A casa tutti bene. La serie”: storie di famiglie, tra amori e rancori, in una vertigine serrata e claustrofobica che sembra correre sul tracciato di una tragedia greca. Quando le colpe dei padri ricadono sui figli. Nel cast Francesco Scianna, Silvia D’Amico, Simone Liberati, Laura Adriani e Laura Morante. Il Punto Cnvf-Sir.
“Love Again” (Cinema, 11.05)
Nell’autunno 2022, in occasione dell’uscita di “Ticket to Paradise”, molti salutavano il felice ritorno della commedia romantica hollywoodiana. A bene vedere la rom-com non è mai andata in pausa, e la stagione cinema 2022-23 lo dimostra. È il caso del film Sony “Love Again” scritto e diretto da Jim Strouse, che prende le mosse da un romanzo di Sofie Cramer già adattato sullo schermo nel tedesco “SMS für Dich” (2016). Protagonisti due attori in ascesa: Priyanka Chopra Jonas, già star di “Quantico” (2015-18) e oggi della serie “Citadel”, e Sam Heughan, capofila della serie “Outlander” (dal 2014). Con loro il ritorno sulle scene della cantante pop Céline Dion, che non si limita a cantare i suoi pezzi più noti ma si presta anche a un simpatico e ironico ruolo da diva-amica della porta accanto dai modi semplici e schietti. La storia. Stati Uniti oggi. Mira Ray è una nota illustratrice di libri per bambini che ha perso il fidanzato in un incidente stradale. Sola e affranta, inizia a scrivere messaggi al numero del fidanzato scomparso. Senza apparente motivo, forse per riassegnazione del numero, questi messaggi finisco sul cellulare del critico musicale Rob Burns. Il giornalista, intervistando la cantante Céline Dion, le racconta lo strano caso degli sms ricevuti sul proprio telefono. Pungolato dalla diva, Rob si mette sulle tracce della misteriosa mittente…
Gli ingredienti mielosi ci sono tutti: “Love Again” è di certo un film che si radica perfettamente nel perimetro della commedia romantica. Aspetto che lo rende, però, degno di nota è il tema drammatico su cui fa perno: il ripartire dopo dopo un faccia a faccia con la morte. Mira è chiamata a fronteggiare un lutto, la perdita del proprio compagno, e questo la atterra irreparabilmente. Tutto è grigio e sbiadito, nulla ha più sapore. Il bisogno di aggrapparsi a una comunicazione via messaggi telefonici con l’amore perduto – un po’ come il personaggio di Dora interpretato da Margherita Buy in “Tre piani”, che lascia audio vocali nella segreteria del marito scomparso – sembra farla andare avanti. Ma sono gli incontri, l’aprirsi agli altri, che permettono un ritorno pieno alla vita.
Al di là delle (non poche) scivolate zuccherose e di alcuni snodi narrativi poco probabili, il film si muove agile tra leggerezza e contenuto. Priyanka Chopra Jonas convince nel disegnare la traiettoria di Mira, esplorandone i vari stati emotivi, mentre Sam Heughan nonostante sia ottimo in “Outlander” qui purtroppo regala poche (goffe) sfumature. Bene Célin Dion che gioca tra divismo e normalità, confidando ricordi della sua storia con il marito René Angélil e le sofferenze sperimentate dopo la sua scomparsa. Insomma, “Love Again” è una rom-com garbata e gradevole che prova a smarcarsi dal facile prevedibile. Consigliabile, semplice, per dibattiti.
“Book Club. Il capitolo successivo” (Cinema, 11.05)
Vedere sullo schermo, insieme, Jane Fonda, Diane Keaton, Candice Bergen e Mary Steenburgen, affiancate poi da Andy García, Don Johnson, Craig T. Nelson e Giancarlo Giannini, vale già il prezzo del biglietto in sala. “Book Club. Il capitolo successivo” di Bill Holderman, targato Universal Pictures, è il seguito del fortunato “Book Club. Tutto può succedere” (2018), firmato sempre dallo stesso regista. Le quattro dive hollywoodiane si mettono in viaggio tra le città più note del Bel Paese in cerca di emozioni e risate dopo la difficile stagione del Covid-19. Un racconto stereotipato e prevedibile che regala però alcune battute incisive e occasioni di riflessione sulla vita in età avanzata. La storia. Stati Uniti oggi, Vivian, Diane, Sharon e Carol si ritrovano finalmente dopo lunghi messi passati in collegamento da remoto. Insieme hanno superato il buco nero del Covid, leggendo libri e condividendo pagine della propria vita. Ora Vivian, superati gli ottant’anni, ha deciso di sposarsi e le amiche le propongono un viaggio in Italia per recuperare il tempo perduto: destinazione Roma, Venezia e le colline della Toscana…
Si ride qua e là per battute ironiche e graffianti, messe a segno soprattutto dai personaggi di Fonda e della Bergen. La commedia brillante è la cifra del racconto, affidata a solide attrici veterane della risata. “Book Club. Il capitolo successivo” corre sul binario della rom-com e apre un’interessante prospettiva sull’ultima stagione della vita. È possibile essere felici e innamorati in età avanzata? Assolutamente sì, e le quattro sottolineano proprio questo, oltre a rimarcare il valore dell’amicizia. E allora poco importa se l’Italia ci viene proposta come cartolina patinata, come gli americani amano raccontarla, e se le situazioni sono simpatiche ma anche poco probabili. Se ci si lascia andare alla visione con spensieratezza, si riesce a cogliere il bello della proposta. Consigliabile, brillante-semplice, per dibattiti.
“A casa tutti bene. La serie” (Sky e Now, 04.05)
È probabilmente ancora più bella della prima stagione. Parliamo di “A casa tutti bene. La serie” diretta e scritta da Gabriele Muccino – firmano la sceneggiatura anche Barbara Petronio, Camilla Buizza, Gabriele Galli e Andrea Nobile –, che prende le mosse dal suo fortunato film del 2018. Nel 2022 la serie, incoronata ai Nastri d’argento, si era chiusa con una resa dei conti all’interno della famiglia Ristuccia, proprietari del ristorante San Pietro sul Gianicolo. Un parapiglia di verità e accuse. Ora Muccino riparte da lì, da quelle vite livide e sospese cercando di far dialogare i familiari afflitti e disorientati. In questa seconda stagione il tracciato sembra un dramma shakespeariano, anzi una tragedia greca, dove la vertigine di colpe e reati si riversa ciclica sulle varie generazioni dei Ristuccia. Una saga fatta di pianti e sofferenze, intervallati da lampi di tenerezza e speranze di riconciliazione. La storia. Roma oggi, i tre fratelli Ristuccia, Carlo (Francesco Scianna), Sara (Silvia D’Amico) e Paolo (Simone Liberati), hanno deciso di custodire il segreto dei propri genitori: l’omicidio che vede responsabili la madre Alma (Laura Morante) e la zia Maria (Paola Sotgiu). Nel frattempo, la moglie di Carlo, Ginevra (Laura Adriani), che aveva scoperto la verità sul loro conto, si risveglia dal coma dopo un incidente stradale senza più memoria. Tutto sembra allora poter tornare alla normalità, ma i conti del ristorante segnano rosso e uno dei criminali che perseguita i Ristuccia esce di prigione…
C’è tutto nella serie, un riuscito condensato del cinema di Gabriele Muccino: tensione, amore, disperazione, dolore, bisogno di tenerezza, ma anche desiderio di ribellione, di libertà. Un mix di sentimenti che si avvitano in un vortice coinvolgente, di certo convincente. Il racconto è spesso duro, quasi spietato, inclemente verso una famiglia che ha perso la bussola. Sono tutti caduti dal piedistallo del San Pietro, in cerca di nuova “grazia”, ma il passato tra errori e ingenuità li tallona senza scampo. C’è ancora spazio per la felicità? Forse. Muccino picchia duro, ma anche con eleganza, confezionando una stagione ancora più avvincente e compatta della precedente. È vero, lo scenario familiare di “A casa tutti bene” è abbastanza disperante, ma la cifra stilistica-narrativa di Muccino è ottima. Serie complessa, problematica, per dibattiti.