CALDO SOFFOCANTE

Valutazione
Discutibile, Realistico
Tematica
Emigrazione
Genere
Drammatico
Regia
Giovanna Gagliardo
Durata
101'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
CALDO SOFFOCANTE
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Giovanna Gagliardo, Ennio De Concini, Roberta Mazzoni Giovanna Gagliardo
Musiche
Gianluca Pudio
Montaggio
Roberto Perpignani

Sogg.: Giovanna Gagliardo - Scenegg.: Giovanna Gagliardo, Ennio De Concini, Roberta Mazzoni - Fotogr.(Panoramica/a colori): Cristiano Pogany - Mus.: Gianluca Pudio - Montagg.: Roberto Perpignani - Dur.: 101' - Produz.: Rete Italia, Silvio Berlusconi Communications, Boa Cinematografica.

Interpreti e ruoli

Christine Boisson (Marie Christine), Ennio Fantastichini (Giuliano Ferrini), Fiorenza Marchegiani, Maurizio Fardo, Raffaella Offidani, Valeria Fabrizi, Tony Sperandeo, Brando Fanano, Filippo Fanano, Camilla Adami, Gabriele Ferzetti

Soggetto

Francese, divorziata (ha due bambini affidati al padre), impegnata in precari lavori di interprete, Marie Christine a Roma non vive volentieri. Durante la chiassosa parentesi dei Campionati Mondiali di calcio del '90, trova un giorno in un mucchio di rifiuti una borsa, con dentro un biglietto aereo per l'indomani ed il passaporto di un Paese del Terzo Mondo. Per uno strano impulso, anziché consegnare tali oggetti alla Polizia, se li porta a casa, decisa a cercare una certa Myriam, titolare del documento, una giovane donna il cui volto appare accanto a quello di un coetaneo, impresso su di una maglietta bianca. Per Marie Christine comincia l'avventura: tallonata da Giuliano Ferrini, un individuo che vive sfruttando immigrati del Terzo Mondo, il quale borsa e carte le reclama per sé qualche tenue traccia la trova da José presso una palestra di Piazza Vittorio all'Esquilino. Poi si sposta in un fatiscente edificio, rifugio di immigrati; indi contatta un anziano signore (Gaetano Castelli) gestore di una balera sul Tevere, padre di Franco il ragazzo del volto stannpato sulla maglietta angosciato per quel figlio drogato più volte fuggito di casa ed altrettante ricoverato per disintossicarsi, il cui nome era noto nella palestra. Determinata a fare avere in tempo alla sconosciuta Myriam biglietto e passaporto, poiché quella partenza sembra a Marie Christine piuttosto la fuga disperata di una persona che è riuscita a sganciarsi da ambienti torbidi e violenti, la donna dopo essere stata violentata durante la notte da Giuliano, il giorno dopo, con uno stratagemma, riesce all'Air Terminal a dare a Myriam quanto le appartiene. Poco dopo la coraggiosa Marie Christine finirà all'ospedale, poiché l'inviperito suo persecutore l'ha violentemente investita con la motocicletta.

Valutazione Pastorale

Forse dell'afa soffre in modo particolare Marie Christine, straniera non riuscita ad integrarsi fra i romani, sfortunata nella vita sua, scontrosa e spigolosa com'è. Il film è un crudo reportage, nella cornice rumorosa di giorno e sinistra al calar delle tenebre, di una città che la protagonista in massima parte ignora (la stazione Termini, gli squallidi portici di Piazza Vittorio, i sordidi asili degli immigrati). È chiaro subito che si è cacciata in un pasticcio pericoloso, ma il passaporto della ignota Myriam costituisce per lei il simbolo della liberazione. A lei di fuggire per sentirsi libera non è concesso per svariati motivi e quel biglietto aereo non deve andare sprecato. Riconsegnarlo alla donna misteriosa è dunque una sfida ed il segno emblematico della libertà. I pregi del film di Giovanna Gagliardi sono riconoscibili nella fotografia di Cristiano Pogany e in una scenografia non convenzionale (di Lorenzo Baraldi), che assistono il racconto. Il quale, tuttavia, anche a tener presenti i patemi d'animo e le insofferenze della protagonista, risulta o non molto attendibile, o un po' forzato. Assolutamente superflua (e convenzionale, questa sì) la festa mondana nella villa sull'Appia, dove tra presenzialisti noti e sbafatori, Christine si trova con Giuliano il cattivo, che la possiede sull'erba. Alla fine, peregrinando fra palestre, edifici cadenti e squallidi e gente miserabile, correndo come una pazza da Termini all'Esquilino e all'Ostiense sempre sui suoi sandali ticchettanti e sfidando rischi e pericoli grossi, la donna riesce nel suo intento. Nel cast si rivedono Gabriele Ferzetti e, bravo come sempre, Ennio Fantastichini qui come sfruttatore di immigrati di colore.

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