Sogg. e Scenegg.: Maurizio Zaccaro - Fotogr.: (panoramica/a colori) Pasquale Rachini - Mus.: Alessio Vlad, Claudio Capponi - Montagg.: Rita Rossi - Dur.: 100' - Produz.: Bambù Cinema e Tv, Produzioni SI.RE.
Interpreti e ruoli
Mohamed Miftah (Said Kateb), Rabia Ben Abdallah (Fatma), Naima El Mcherqui (Malika), Susanna Marcomeni (Avvocato), Fabio Bussotti (Braccio di Ferro), Massimo Mesciulam (Funzionario Ufficio Immigrazione), Fabio Sartor (Saverio)
Soggetto
l'algerino Said Kateb, da tempo residente regolarmente in Italia, vive alla periferia di Milano con una delle mogli, Malika, e tre dei sei figli. L'altra, Fatma, è rimasta in Algeria, ad assistere il vecchio padre del marito, anziano e ammalato. Said lavora in un'impresa che realizza un nuovo tronco della metropolitana, ed è apprezzato e stimato da compagni e superiori, a parte le solite battute sui musulmani immigrati che per la maggioranza sono tutti "marocchini". Il figlio va regolarmente a scuola, e la ragazza potrebbe già lavorare dalla coinquilina sarta. La morte del suocero spinge Fatma, che non vede il marito da tempo, a partire senza preavviso per l'Italia. Said non riesce a telefonare alla moglie, e viene anzi aggredito e picchiato nella cabina da due energumeni. In Aògeria intanto, nonostante la rottura dell'autobus ed una notte all'addiaccio, la seconda famiglia raggiunge il traghetto e sbarca a Genova, con 50.000 lire e l'indirizzo milanese di Said. Il funzionario dell'Ufficio Immigrazione però concede alla donna solo il transito provvisorio, in attesa di chiarimenti del Ministero degli Esteri. Ma la legge italiana considera Said bigamo, ed i compagni lo spronano, attraversa l'avvocatessa del sindacato, ad andare in Tribunale. Il titubante e perplesso Said, dopo una serie di diatribe sulla liceità o meno della sua situazione in Italia, si vede costretto, se vuole mantenere due famiglie, a comprare una nuova casa per Fatma ed i figli, per evitare lo "scandalo" di due nuclei sotto lo stesso tetto. Invano l'avvocatessa invoca il buon diritto dell'uomo, in perfetta regola con le leggi del suo paese, e l'articolo 2 della Costituzione. L'imbarazzante situazione viene però "risolta" da un trave che cadendo in galleria causa la tragica morte di Said.
Valutazione Pastorale
il film di Zaccaro si segnala innanzitutto per il linguaggio denso e asciutto, fatto di immagini estremamente suggestive nella loro semplicità. Giocato con continui balzi al di qua e al di là del Mediterraneo, culla comune di due civiltà che ancor oggi non riescono a comunicare in modo paritetico, il film contrappone continuamente la visione del "vù cumprà", con cui il cittadino esorcizza in certo modo queste nuove, sempre più massicce presenze straniere nel paese, con efficaci immagini della dignità, la lealtà, l'affetto, la tenerezza ed il rispetto che anima i rapporti tra i membri di questo "anomalo" gruppo familiare. Anche se affiora qua e là (specie nel processo e nella figura dell'avvocatessa) qualche cedimento ad un populismo un po' scontato, risultano assai convincenti le immagini sia al di qua che al di là del mare: splendida la sequenza dell'incidente al pullman nel deserto, con la notte all'addiaccio, i canti, le danze, la solidarietà di questa gente povera e piena di dignità, capace di gesti di solidarietà che ormai il mondo del consumismo sfrenato sembra aver dimenticato.