SLAUGHTER OF THE INNOCENTS (IL MASSACRO DEGLI INNOCENTI)

Valutazione
Discutibile, Crudezze
Tematica
Giustizia
Genere
Thrilling
Regia
James Glickenhaus
Durata
102'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
SLAUGHTER OF THE INNOCENTS
Distribuzione
I.I.F.
Soggetto e Sceneggiatura
James Glickenhaus
Musiche
Joe Renzetti
Montaggio
Kevin Tent

Sogg. e Scenegg.: James Glickenhaus - Fotogr.: (normale/a colori) Mark Irwin - Mus.: Joe Renzetti - Montagg.: Kevin Tent - Dur.: 102' - Produz.: Frank K.Isaac - Vietato ai minori degli anni quattordici

Interpreti e ruoli

Scott Glenn (Stephen Broderick), Darlanne Fluegel (Susan Broderick), Jesse Cameron-Glicken Haus (Jesse Broderick), Jan Gardner (Cindy Lockerby), Elizabeth Johnson (Stephanie Lockerby), Terri Hawkes (Ellen Jenkins), Kevin Sorbo (John Willison), Sheila Tousey, Tim Cocceri, Armin Shimerman, Leo Geter, Henry Brown, Zakes Mokae, Zitto Kazann

Soggetto

Negli Stati Uniti, una sera, una giovane madre, tornando alla sua villetta isolata in campagna, trova le due figliolette massacrate in modo orribile. Le ricerche dell'assassino portano all'arresto di un giovanotto semideficiente, Bobby Martel, che è stato certamente presso il luogo del delitto quella sera, lasciando indizi che lo accusano. Anche per evitare le conseguenze dell'indignazione popolare, Martel viene condannato a morte, nonostante ripeta d'essere innocente. E inutilmente un abile agente dell'FBI, Stephen Broderick, chiede altre analisi, perché ha scoperto che nell'interno della casa non esistono impronte dell'accusato. Broderick ha un figlio ancora bambino, Jesse, così esperto nell'uso dei compiuter da poter aiutare validamente il padre, e a volte superarlo. Senza attendere altro, però, l'implacabile direttore del carcere fa "giustiziare" Bobby con dolorosissime iniezioni letali. Ma Stephen continua le indagini, sempre aiutato da Jesse, il cui computer è collegato alle banche dati federali, e può confrontare così fra loro elementi di alcuni delitti simili, compiuti di recente. Stephen, che lavora insieme alla collega Roxanne, ha parlato con Bobby prima dell'esecuzione, e questi gli ha detto di aver visto Dio: egli pensa che abbia visto il vero assassino, ma non riesce a sapere altro. Intanto, nello Utah, un omaccione barbuto e dall'espressione esaltata, ha ucciso ferocemente il padrone di un bar. Jesse accompagna il padre, che si reca sul posto per le indagini (anche se entrambi i genitori vorrebbero tenerlo lontano da tanti orrori), e dalle impronte lasciate dall'assassino comprende che l'uomo deve essere alto e grosso, e scopre che guida un vecchio furgone. Stephen, sempre aiutato da Jesse, trova le tracce del maniaco, che ha consultato in una libreria un volume del pittore Bosch, ma l'uomo gli sfugge. Jesse si reca allora in aereo nello Utah, con la scusa di passare qualche giorno con un amico, e riesce a scoprire il nome dell'assassino, Mordecai Booth, e il fatto che ha, qualche tempo prima, rubato due giraffe. Cerca allora di collegarsi al padre col cellulare, ma Stephen non riceve chiaramente il messaggio, e parte subito per cercarlo nella zona. Il bambino ha raggiunto la Monument Valley, e abbandonato il motorino noleggiato, si è arrampicato a piedi fino al pianoro, che sovrasta le più alte rocce, dove trova il furgone di Mordecai. Quindi, introdottosi in una vecchia miniera, si trova in un luogo strano e pauroso, pienodi candele, di immagini di santi e di uomini uccisi e scarnificati, ma anche di bambole e di animali impagliati e di arti umani mozzati. È infatti lì che il pazzo Mordecai ha costruito la nuova Arca, della quale si crede il Noè, e che ha già riempito di coppie di animali impagliati. Il maniaco, che tiene prigioniera, ma viva, una bambina rapita, ha deciso di formare con lei e con Jesse la coppia umana ma sopraggiunge Broderick che lo ferisce. L'assassino tuttavia riesce a tagliare i cavi dell'arca, che ora corre sulle rotaie verso un precipizio: Stephen, Jesse e la bambina saltano fuori appena in tempo prima della caduta, nella quale morirà Mordecai.

Valutazione Pastorale

Il film racconta una storia piena di elementi macabri, evidentemente ispirati all'operato delle varie sette demoniache esistenti negli Stati Uniti. Se l'argomento può interessare, nella vicenda si notano però troppe incongruenze, e troppi avvenimenti, che superano il limite del credibile. Veramente insopportabile risulta poi il personaggio del piccolo protagonista, Jesse, un bambino prodigio, che risolve le indagini meglio dell'FBI, e che domina continuamente la storia. Discreto Scott Glenn nel ruolo del padre. La regia di James Glickenhaus non sa dare risalto neppure ai momenti più importanti. I lati crudi del film sono bilanciati da quelli positivi, come l'affetto familiare, la chiarissima condanna della pena di morte, e il coraggio nel pericolo.

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