Sogg.: tratto dal romanzo di Calder Willingham - Scenegg.: Calder Willingham - Fotogr.: (normale/a colori) Johnny E. Jensen - Mus.: Elmer Bernstein - Montagg.: Steven Cohen - Dur.: 108' - Produz.: Renny Harlin
Interpreti e ruoli
Laura Dern (Rose), Robert Duvall Mister Hillyer) (Lady Hillyer), Diane Ladd (Buddy ragazzo), Lukas Haas (Buddy adulto), John Heard (Doll), Lisa Jakub (Waski), Evan Lockwood
Soggetto
nel 1971, ritornato già adulto alla casa natìa, negli Stati Uniti del Sud, per far visita al padre rimasto vedovo, Buddy Hillyer rievoca gli ormai lontani anni '30 e la propria precoce adolescenza, insieme con lo scompiglio recato in casa dall'arrivo di Rose, una graziosa ragazza di campagna, che gli procurò anzi tempo curiosità, emozioni e turbamenti. Costei era stata accolta dai suoi genitori più come figlia che come domestica, rispettosi nei confronti di una brutta storia che la ragazza aveva avuto e che si erano rifiutati di approfondire. Giunta malvestita e peggio pettinata, reggendo una valigia di cartone tenuta insieme con lo spago, Rose aveva subito incantato sia il bonario papà con la sua "grazia", sia la mamma, un'intellettuale alquanto svagata, ma sempre benevola e conciliante. In realtà la ragazza aveva sperimentato appena adolescente la prostituzione, spintavi dal padre all'orlo della miseria, e ne usciva irrimediabilmente segnata, portando nel sangue impulsi ninfomani sotto l'aspetto ingenuo e volubile d'immatura affamata di tenerezza. Buddy ne è affascinato e non le toglie di occhi d'addosso, né quando gioca con le sorelline Waski e Doll, né quando serve i familiari a tavola, ri servando attenzioni in avvertitamente ambigue al papà, al quale finisce con offrirsi, mettendone a dura prova le resistenze, né quando esce in paese in abito succinto, provocando sguardi e commenti piccanti fra gli uomini. Quando poi Rose, respinta severamente dal papà, gli si infila nel letto per confidarsi e consolarsi, Buddy fa le sue prime esperienze di curiosità e di turbamento dei sensi. Lo scompiglio più forte viene sperimentato dagli Hillyer quando Rose si dichiara incinta. Si tratta in realtà di un tumore, che il chirurgo non esiterebbe a operare in modo spregiudicato per "liberare" la società dalle tendenze ninfomani della giovane, se non gli si opponesse energicamente mamma Hillyer. Infine Rose va a nozze, ma è perennemente inappagata e ben presto scompare dal luogo, "destinata a vagabondare". Buddy, rientrando in casa col padre, con suo grande dolore apprende che Rose è morta.
Valutazione Pastorale
troppo descrittivo e distaccato per riuscire coinvolgente; troppo compiaciuto e insistente in certi passaggi narrativi; troppo dettagliato e disteso per far intravvedere il dramma, il film di Martha Coolidge ha il suo punto di forza sopra tutto nella difesa che mamma Hillyer fa dell'integrità della donna e dei suoi diritti, di qualsiasi donna si tratti e da qualsiasi passato provenga. Altro punto ben trattato è la resistenza onesta del padre alle manovre istintive di Rose in preda alla passione. Ma la curiosità incustodita dei minori che assistono a fatti scabrosi, senza la presenza di un educatore che ne svenelisca gli effetti e restituisca serenità; l'indugiare morboso sulle curiosità sensuali di Buddy a letto con Rose, e l'abbandono di Rose a espressioni voluttuose durante le esplorazioni dell'adolescente, insieme alla facilità con cui la regista presenta i fatti, soffermandosi più sui ricordi nostalgici che essi suscitano che su più mature considerazioni intorno alle cause che li hanno determinati e all'infelicità di chi si trova a viverli sono tutti aspetti che rendono il film discutibile.