Sogg.: Marion Hansel, Paul Le - Scenegg.: Marion Hansel, Paul Le, Jaco Van Dormael, Laurette Vankeerberghen - Fotogr.: (panoramica/a colori) Joseph M. Civit - Mus.: Takashi Kako - Montagg.: Susana Rossberg - Dur.: 95' - Co-Produz.: Man's Films, Bruxelles; Tchin Tchin, Paris; Avanti Films Sabre Tv, Madrid
Interpreti e ruoli
Carmen Maura (Maria), Jean Pierre Cassel (Redattore Capo), Didier Bezace (Tom), Samuel Mussen (Teremy), Andre Delvaux (il Professore), Daniela Bisconti (Laura), Phillippe Allard, Francine Bustin, Andre Debaar, Denise De Hagen, Serge Demoulin
Soggetto
rientrando una sera in casa, la quarantenne Maria (redattrice per servizi speciali presso una Società) si trova in ascensore con uno sconosciuto che, approfittando della interruzione della elettricità, le usa violenza. Rimasta incinta, assolutamente intenzionata a non abortire, la donna annuncia a tempo debito che per un certo periodo non può prendere impegni: le occorrono tre settimane per il parto. Tom, un collega, le porta a casa delle statistiche nel campo della genetica e Maria rileva la incredibile entità di parti o in ritardo eccessivo, o provocati per salvare madri e nascituri. Nel contempo ha incubi angosciosi, sogna di bambini e le sembra addirittura che con il suo sia iniziato un dolce colloquio. Preoccupata (ormai si trova alla quarantunesima settimana) la donna comincia ad essere ossessionata da una fissazione: che, cioè, i bambini rifiutino di comparire in un mondo pieno di vizi e brutture. Mentre il fenomeno si verifica ormai su tutta la terra e molti cominciano a chiedersene la causa, Maria insiste sulla sua tesi, spingendo anche un'amica ad opporsi al parto provocato ed in più dichiarando, in un dibattito in televisione, che la sua ipotesi è fondata. Malgrado abbia alla fine aderito all'idea della nascita forzata, disperata la donna fugge: la saluta solo un ragazzino, figlio di un condomino, che si è affezionato e crede alle sue intuizioni. Sola, fra le rocce in riva al mare, Maria colloquia ancora con il nascituro e su sua "richiesta" narra come lo ha concepito. A lui piace che lei gli parli dolcemente della vita e lei lo fa, convinta com'è che milioni di creature "devono" nascere per salvare questa terra e questa umanità in fallimento. E qui il piccolo ribelle vede infine la luce.
Valutazione Pastorale
il film, di origine belga (la regia è di Marion Hansel) è una sorta di apologo, certamente non di ardua lettura, con gli inevitabili dettagli realistici, centrato sulle parole -dette o immaginatefra madre e figlio e sulle radiografie del feto ormai maturo per lasciare la vita intrauterina, radiografie per la verità assai tenere. Consola la scelta di nascere che il "tenace scioperante", sollecitato dall'amore materno e dall'imminente difetto di ossigeno (che non sa), si decide a fare. La trepidante parte della madre è affidata a Carmen Maura. Il film, a parte le rispettabili intenzioni, appare lamentoso e, sotto il profilo cinematografico, non manifesta pregi particolari.