NATA IERI **

Valutazione
Accettabile-riserve, Brillante
Tematica
Donna
Genere
Commedia
Regia
Luis Mandoki
Durata
100'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
BORN YESTERDAY
Distribuzione
Buena Vista International Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Douglas Mc Grath tratto dal lavoro teatrale di Garson Kamin
Musiche
George Fenton
Montaggio
Lesley Walker

Sogg.: tratto dal lavoro teatrale di Garson Kamin - Scenegg.: Douglas Mc Grath - Fotogr.: (normale/a colori) Lajos Koltai - Mus.: George Fenton - Montagg.: Lesley Walker - Dur.: 100' - Produz.: D. Constantine Conte

Interpreti e ruoli

Melanie Griffith (Billie Dawn), John Goodman (Harry Brock), Don Johnson (Paul Verrall), Edward Herrmann (Ed Devery), Max Perlich (JJ.), Sally Quinn (Beatrice Duffee), Fred Dalton Thompson, Nora Dunn

Soggetto

Billie Dawn, un'ex ballerina, ora convivente di Harry Brock – un affermatissimo uomo d'affari nell'area edilizia dell'America d'oggi – vive da otto anni all'ombra del ricchissimo e dispotico Harry, unicamente occupata a vestirsi, truccarsi e ingioiellarsi da oca giuliva, sempre docile ad ogni suo cenno, come una bestia ammaestrata. L'interesse di Harry gravita ora intorno all'industria militare americana di una grande base navale, dove intende sviluppare i propri investimenti, proprio nel momento in cui i vertici militari la vogliono sopprimere. Decide quindi di trasferirsi a Washington, per esser più vicino ai politici più influenti, ai fini dell'enorme operazione che vuole realizzare. Prende alloggio in una lussuosa suite dell'Hotel Willard, conosciuto come "Residenza dei Presidenti", portandosi dietro la bionda Billie come accessorio prestigioso, da sfoggiare nei suoi importanti incontri d'affari. Trascurata da Harry, sempre più assorbito dai suoi molteplici traffici non sempre "puliti", Billie finisce con aver a noia lo shopping, i gioielli, la cosmesi, gli abiti favolosi. E quando lui se la trascina dietro negli incontri ad alto livello, gli fa fare figure imbarazzanti con le sue uscite da ragazza culturalmente sprovveduta, tanto che il suo legale gli suggerisce di rispedirla a casa, onde evitare che danneggi l'operazione intrapresa. Ma Harry non intende privarsi di Billie e preferisce trovarle un "precettore" di lusso, il coltissimo studioso Paul Verrall, giornalista brillante. Inizialmente riluttante, Paul finisce con piegarsi ai capricci di Harry, anche in vista del lauto compenso che gli viene offerto. È subito affascinato dalla bellezza e dall'enorme voglia di imparare che va scoprendo in Billie, e prende a trattarla con rispetto e affetto, senza mai cedere agli abbandoni della ragazza, pronta a concedersi a lui per uscire dal proprio vuoto esistenziale. Contemporaneamente scopre sul conto di Harry Brock informazioni che possono comprometterne l'inossidabile carriera. Comincia con rivelare a Billie che i discorsi che si svolgono tra la gente bene di Washington vertono obbligatoriamente intorno a otto-dieci argomenti d'attualità, cui è facile far fronte, e le suggerisce una specie di "codice" di espressioni adatte per ogni evenienza, di cui Billie riesce subito a fare un uso brillante e disinvolto, rivelandosi inaspettatamente tutt'altro che oca. Poi la ragazza inizia a leggere libri impegnativi, aiutandosi con l'uso del dizionario a capire le parole per lei incomprensibili. Finchè nei successivi incontri organizzati da Harry con le persone che contano finisce con sbalordire uomini e donne, non solo con la sua belleza e il suo abbigliamento vistoso, ma soprattutto col suo discorrere intelligente e arguto. Paul l'accompagna nelle biblioteche, nei musei, nelle mostre d'arte, lui pure sempre più colpito per le qualità di Billie e sempre più innamorato. Billie si libera progressivamente dagli arbìtri dispotici di Harry: vuol capire, non sopporta più d'esser trattata come un oggetto, si ribella ai suoi ordini da padrone assoluto. Alla fine consente a Paul di smascherare gli intrallazzi di Harry e del mondo corrotto dei potenti di cui si serve, e si sposa il "precettore", sfuggendo a Harry, lui pure disposto ora a sposarla pur di non perderla.

Valutazione Pastorale

film brillante, che denuncia comportamenti disonesti e speculazioni spregiudicate della società americana d'oggi, nonostante ripeta situazioni, personaggi e circostanze del lavoro teatrale di Garson Kanin del 1946, della quale la produzione si è assicurata i diritti, apportando al testo solo le varianti indispensabili a collocarla nel contestosociale dell'America odierna. Una prima versione cinematografica della commedia di Kanin apparve già nel 1950, fruttando l'Oscar a Judy Holliday, la medesima attrice della pièce teatrale. In questo felice remake 1993, Melanie Griffith è una Billie affascinante e credibile, sia quando interpreta la futilità e il vuoto culturale, sia quando si trasforma nella Billie volitiva e sagace, intelligente, impegnata e tutta tesa alla conquista della libertà e dell'autenticità. Lo stesso abbigliamento contribuisce ad evidenziare la trasformazione radicale del personaggio: vistoso e seducente prima, semplice e funzionale poi. Così pure le battute dei dialoghi: trasognat e vaporose quelle della Billie-oca, che destano sorrisi di commiserazione tra i componenti la soicetà-bene della capitale; profonde e provocatorie quelle della Billie-colta, che riesce a mettere a nudo le coscienze dei potenti, costringendoli a confrontarsi con i propri imbrogli e le proprie pecche di gente immersa nella corruzione. Apprezzabile l'indicazione del film: conoscere, sapere, istruirsi consente di uscire dalla passività e dalla superficialità, e dà la possibilità di affermarsi come persona libera e responsabile. Non ultimo merito del film è quello di non indulgere allo scabroso, pur presentando una convivenza irregolare.

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