Sogg. e Scenegg.: Mick Garris, Jim Wheat, Ken Wheat, Frank Darabont - Fotogr.: (normale/a colori) Robin Vidgeon - Mus.: Christopher Young - Montagg.: Sean Barton - Dur.: 104' - Produz.: Steven Charles Jaffe
Interpreti e ruoli
Eric Stoltz (Martin), Daphne Zuniga (Beth), Lee Richardson (Bartuk), John Getz (Stathis), Frank Turner (Shepard), Ann Marie Lee (Jain Way), Gaby Chalk (Scorby), Saffron Henderson, Rob Roy
Soggetto
l'intelligente quanto sfortunato dottor Brundle ideate due cabine con l'ausilio dei mezzi scientifici e tecnologici era riuscito a ricomporre nella seconda il corpo di un essere dissolto nella prima. Volendo poi arditamente tentare l'esperimento su se stesso, ne era uscito trasformato in un orrido mostro irto di aculei: ciò perché una mosca era volata dentro la capsula numero uno. Terrorizzata e impietosita dallo sguardo dell'uomo, la moglie Veronica gli aveva sparato. Ma lei, incinta, partorisce Martin. Racchiuso in un repellente bozzolo e tosto liberatosene, Martin è un normale bambino, ma presenta due caratteristiche: dopo solo cinque anni è già un giovanotto che non dorme mai e cresce senza sosta) ed è possessore di una intelligenza da fenomeno. Il figlio dell'uomo insetto viene adottato da un miliardario (Bartok) che, nell'intento di creare con lui un prototipo da utilizzare industrialmente per oscuri fini, lo installa in un attrezzatissimo laboratorio per controllarlo, ponendogli a disposizione gli appunti e le videoregistrazione di Brundle senior. Al riparo, il giovane potrà perfezionare la scoperta ed i metodi per teletrasportare il materiale umano. Nel vasto archivio del laboratorio, Martin conosce Beth, una addetta al servizio notturno. I due si innamorano, ma Martin, sempre spiato da telecamere, è ripreso anche nel corso del suo primo approccio sessuale. La ragazza viene licenziata e a questo punto Martin scopre una videocassetta, a lui non consegnata, in cui il padre precisa il processo che lo sta giorno dopo giorno trasformando in mutante. Ora il giovane odia Bartok, fugge nella notte con Beth, viene inseguito e ripreso e, grazie ad una potentissima iniezione, ridotto in un bozzolo informe e orrendo. Prima, però, ha appreso da un medico, vecchio amico di papà, le fine di questi e la sua uccisione per mano di Veronica. Ad arrestare il visibile ed atroce mutamento pare non vi siano altri antidoti, se non una vittima umana. Rientrato nei laboratori, Martin, ridotto ad una bestiaccia tutta artigli, si scatena, uccide due tecnici e i guardiani armati. Poi adunghia Bartok, entra con costui nella prima cabina e dopo pochi istanti la seconda restituisce il ragazzo alla vita normale mentre Bartok è trasformato in una specie di cane, ululante e impotente.
Valutazione Pastorale
tutto giocato sul piano del fantastico, il film però non disdegna affatto gli effettacci di quell'horror, che gli sono necessari. Il trucco e la cosmesi dello sfortunato Brundle junior (oltre che di un cane a disposizione dei laboratori di Bartok) superano le frontiere della fantasia: bave giallastre, mucose purulente e cartilagini riplasmate in colaticci ripugnanti, in cui si incastonano occhi umani e canini. Quanto a talento ed a tensione umana e cinematografica, dal film precedente si è ben lontani in ogni senso. Là c'era il fascino dello sconvolgente esperimento e ben altra carica umana. Là c'era soprattutto l'irruzione imprevedibile e le imprevedibili conseguenze di una modestissima mosca, vittoriosa su scienza e tecnologia, bizzarro scherzo del destino: con la dolorosa, atroce mutazione del dottor Brundle in un mostro autentico. Questo lavoro non incita sicuramente ad allucinanti manipolazioni genetiche.