JU DOU *

Valutazione
Complesso, Discutibile, Dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia, Matrimonio - coppia
Genere
Drammatico
Regia
Yang Feng-Liang, Zhang Yimoy
Durata
101'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Cina
Titolo Originale
JU DOU
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Guo Zhen dal romanzo "Fuxi fuxi" di Liu Heng
Montaggio
Zhang Yimou

Sogg.: dal romanzo "Fuxi fuxi" di Liu Heng - Scenegg.: Guo Zhen-Yi, Huang Min-Xian - Fotogr.: (normale/a colori) Gu Chan-Wei, Yang Lung - Montagg.: Zhang Yimou - Dur.: 101' - Produz.: Tokuma Shoten, Iatzu Iashitu

Interpreti e ruoli

Gong Li (Ju Dou), Li Bao-Tian (Yang Jin-Shan), Li Wei (Yang Tian Qing), Zhang Yi (Yang Tian Bai bambino), Zhen Ji-An (Yang Tian Bai adulto)

Soggetto

in Cina negli anni '20 Ju Dou, giovane ragazza, ha sposato l'anziano proprietario di una tintoria, Yang Jin-Shan, un individuo esigente e violento. La sposa è occhieggiata da un coetaneo, nipote e figlio adottivo dell'uomo Yang Tian Qing e lei, stanca di umiliazioni e botte, si concede al congiunto, che lavora duramente nel laboratorio. Dalla relazione tra i due giovani nasce un figlio, che cresce misteriosamente muto e che Yang Jin-Shan reputa figlio suo. Ma il bambino è causa involontaria della morte del tintore, poiché questi diventato paralizzato e costretto a spostarsi in casa dentro una botticella a ruote -spinto dal presunto rampollo nel grande bacino del laboratorio, annaspa e muore affogato. Ora i due amanti sono liberi, ma il piccolo muto, scoperta la verità sulla nascita, cova la vendetta per ristabilire l'onore della famiglia. L'amore fra Qing e Ju Dou, vissuto sempre nel segreto tra passione, costrizioni e paure, sfocia nella tragedia: il ragazzo, già duro e violento come il padre legale, darà fuoco alla tintoria, dove legname e vernici abbondano. Il padre naturale viene colpito alla testa e muore nell'acqua rossa del bacino, mentre Ju Dou assiste smarrita e lambita dalle fiamme al crollo di ogni suo sogno.

Valutazione Pastorale

questo "Ju Dou" è una aperta e pesante denuncia della condizione femminile nella società feudale cinese. È l'uomo che comanda, quello che conta e che fa violenza. Il destino della donna è totalmente rimesso nelle mani di lui. La prevaricazione e le umiliazioni sono costanti ed irreversibili. Percossa e usata brutalmente, Ju Dou reagisce e tradisce il marito dando a quest'ultimo un figlio. E in quella società immutabile, dove il rispetto delle tradizioni familiari ha un peso enorme, spetta al ragazzo, pieno di arroganza nello sguardo e già destinato alla violenza come il padre legale, ristabilire l'ordine offeso. La tragedia familiare si consuma fra passione, delitti e lacrime, ma nel silenzio. La vicenda è dura, amara e fa pensare quanto ai contenuti alla ineluttabilità del dramma greco. La denuncia si fa spessa ed inequivocabile quando si arriva alla catarsi. La colpevole eroina vi assiste smarrita, mentre il fuoco divora vetusti macchinari di legno, ciotole di colori e stoffe pronte ad essere trasformate in orifiamme gialle e rosse. Di questi colori il film risplende come l'amore e la forza vitale: il buio sta nel segreto, nel mutismo del ragazzo e in quei cortili claustrofobici, circondati da un reticolo di tetti ossessionanti. Un film che sebbene risulti un po' monocorde si vede con vivo interesse. L'attrice Gong Li reca il contributo della sua notevole maturità, nel disegnare la psicologia di una donna umiliata e ferita, ma vitale e appassionata, infine sconfitta dal dolore e dal destino.

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