Sogg. e Scenegg.: Blake Edwards - Fotogr.: (panoramica/a colori) Dick Bush - Mus.: Henry Mancini - Montagg.: Robert Pergament - Dur.: 106' - Produz.: Tony Adams
Interpreti e ruoli
Ellen Barkin (Amanda Brooks), Jimmy Smits (Walter), Jobeth Williams (Margo), Lorraine Bracco (Sheila)
Soggetto
per punire Steve Brooks di averle usate come semplice passatempo, le sue tre ex amiche, Margot, Felicia e Liz, decidono di ucciderlo. Dopo aver tentato invano di affogarlo, gli sparano e ne gettano poi il cadavere nel fiume. Giunto nell'aldilà, Steve si sente proporre da una voce androgina, come alternativa al sicuro ingresso all'inferno, di tornare sulla terra a trovare almeno una persona che lo ami. Ma Satana propone una forma più raffinata di penitenza: Steve si trasformerà in una donna, Amanda, così potrà assaporare in prima persona tutte le umiliazioni che ha fatto passare alle donne quand'era un impenitente dongiovanni. Iniziano così le rocambolesche vicende di Amanda, sedicente sorella di Steve, che nei nuovi panni e nel nuovo corpo ondeggia perigliosamente sui tacchi, beve e parla come un facchino, e ricatta la sua assassina, che è l'unica a credere all'assurda situazione. Valendosi delle sue conoscenze di pubblicitario, Amanda, che conserva mente maschile anche con il nuovo look, rientra nella ditta dove lavorava Smith resistendo alle avance di colleghi, sfiorando un rapporto gay con la titolare di una grande ditta di cosmetici, respingendo diverse profferte amorose di Walter; ma dopo essersi ubriacata, aver fatto a pugni ed aver passato la notte con lui scopre con orrore di essere incinta. Respingendo però l'idea di abor-tire, mette alla luce una bimba; ora può finalmente morire e salire in Pa-radiso, dove la solita voce androgina le chiede se vuol essere un angelo maschio o un angelo femmina.
Valutazione Pastorale
a parte la pesantezza di linguaggio, ciò che infastidisce di più in questa pellicola è l'atmosfera pruriginosa ed ambigua mai spinta all'eccesso ma presente, come un velo impalpabile, nell'aria. Qui la Barkin, pur essendo un'attrice assai valida, pecca in eccessi interpretativi, sia quando si esprime con un fiorito linguaggio o si aggiusta il reggiseno in continuazione con la grazia d'uno scaricatore sia quando continua a beccheggiare, oltre i limiti del verosimile, sui tacchi a spillo. Non mancano poi rappresentazioni di situazioni ed ambienti, come la scena iniziale del delitto o il club per signore di gusti saffici, assai discutibili, come la trovata di dare voce androgina al Padreterno. Contrappunta il film la morale finale: la vita umana è il bene più grande ed il vero amore prescinde dalla sessualità.