Sogg.: dal romanzo "Scenes de la vie de Bohème" di Henri Murger - Scenegg.: Aki Kaurismaki - Fotogr.: (panoramica/b.n.) Timo Salminen - Mus.: Autori vari - Montagg.: Veikko Aaltonen - Dur.: 106' - Produz.: Sputnik Oy, Pyramide Production
Interpreti e ruoli
Matti Pellonpää (Rodolfo), Evelyne Didi (Mimì), Andre Wilms (Marcel Marx), Kari Väänänen (Schaunard), Christine Murillo (Musette), Jean-Pierre Leaud (Blancheron), Alexis Nitzer, Sylvie Van Den Elsen, Gilles Charmant
Soggetto
Marcel Marx, un povero scrittore che vive stentatamente a Parigi, viene sfrattato per morosità. Nell'appartamento subentra il musicista Schaunard, mentre Marcel beffa il padrone di casa, non pagandogli i due mesi arretrati, e poi va a mangiare al ristorante, dove accetta di dividere col suo vicino di tavolo una trota a due teste. Questi è il pittore Rodolfo, profugo albanese, anch'egli povero, che Marcel conduce in quella che era la sua casa, dove Schaunard sta componendo una rumorosa musica ultramoderna. Per merito di Rodolfo, Marcel e Schaunard superano alcune difficoltà, e i tre diventano amici. Intanto il pittore, che ricorre a vari espedienti per comprare i colori, una sera trova una donna addormentata sul pianerottolo, davanti alla sua porta: è Mimì, che aspetta un'amica, finita in prigione. Mosso a pietà, Rodolfo le offre ospitalità, andandosene a dormire altrove col suo cane Baudelaire, perché dichiara di essere "focoso" e lei è graziosa. Al mattino, la donna se ne va, lasciando un biglietto di ringraziamento. Frattanto, un magnate della stampa vuole affidare la direzione di un giornale a Marcel ma questi non ha un vestito decente per presentarsi: improvvisamente giunge in casa di Rodolfo un industriale dello zucchero. Blancheron, per farsi fare il ritratto. Allora il pittore gli fa togliere la giacca con una scusa, e Marcel la indossa subito, per recarsi al suo appuntamento d'affari, e la restituisce, in tempo, al suo ritorno. Successivamente Rodolfo ritrova Mimì, andando a comprare le sigarette in una tabaccheria dove lei lavora: l'accompagna a casa, ma, sbagliando direzione, arriva davanti alla propria abitazione, dove la fa entrare, offrendole poi un brodino, in cui mette anche l'osso rubato al cane. E quella sera i due diventano amanti. Al mattino il pittore, portato il quadro a Blancheron, che lo paga, si compra qualche indumento, e un portafogli, in cui mette il denaro, che però gli viene più tardi rubato in tram, senza che egli se ne accorga, fino al momento in cui deve pagare il conto, al ristorante dov'è andato con Mimì. Poiché i due non hanno soldi, paga per loro un signore gentile, seduto al tavolo accanto, ma la polizia, che il padrone aveva già chiamato, trova i documenti di Rodolfo non in regola, e lo fa espellere immediatamente dalla Francia, e rimandare a Tirana: dopo qualche tempo, Rodolfo riesce a tornare, passando la frontiera, nascosto nel portabagagli di un'auto, e gli amici lo riportano a Parigi. Intanto Marcel amoreggia con Musette, che lavora al suo giornale. Ricercando Mimì, Rodolfo apprende che non lavora più alla tabaccheria, rna vi capita spesso col fidanzato, che è quel gentile signore, il quale aveva pagato il conto al ristorante. Appena la ragazza vede Rodolfo, si riunisce a lui. Intanto Blancheron volendo diventare collezionista compra dal pittore un quadro per millecinquecento franchi. Gli amici decidono una gita in campagna con le ragazze, alle quali comprano dei vestiti sulle bancarelle. Dopo la felicità del picnic, i tre artisti sono di nuovo senza soldi e tutti hanno fame; Schaunard divide con gli altri ciò che ha: del pane. A questo punto, Musette abbandona Marcel, preparandosi a sposare un gentile agricoltore, mentre Rodolfo non vuole che Mimì lavori, e lei, pur amandolo tanto, torna dal signore gentile, perché con Rodolfo è difficile vivere. Lui comprende, e se ne va. Giunge poi un autunno molto freddo. È Ognissanti, e i tre amici contemplano una vetrina piena di specialità gastronomiche, poi vedono un gruppo di giocatori ad un tavolo e Schaunard, partecipando al gioco, vince. Così i tre possono mangiare ma i due amanti abbandonati sono tristi. A casa di Rodolfo giunge improvvisamente Mimì, infreddolita e ammalata, e l'innamorato la fa tornare e l'assiste con premura. La ragazza è grave e sa che morrà presto, e Rodolfo l'indovina. Il medico fa ricoverare l'ammalata in ospedale, e, per pagarle una stanza singola, Rodolfo vende tutti i suoi quadri, Marcel i suoi preziosi libri cla
Valutazione Pastorale
un film fine e delicato, in cui la storia, tratta dal romanzo scritto nell'800 da Henri Murger (e che ispirò l'opera di Puccini), appare tuttora valida e credibile, anche se trasportata ai giorni nostri, e conserva il suo romanticismo, senza cadere mai nel patetico. La commozione è raggiunta con una estrema asciuttezza di stile. Il regista, che è anche sceneggiatore, arriva alla poesia, mostrandoci i celebri personaggi immersi nella vita d'oggi, in una Parigi appena accennata, ma curatissima nei particolari degli ambienti, che il bianco e nero nobilita con la propria raffinatezza. Speciale abilità di Kaurismaki è quella di accostare fra loro più vari sentimenti, raggiungendo una sintesi di invenzioni felici. In questa atmosfera dolce-amara, risultano efficaci le interpretazioni degli attori, tutte improntate ad un'assoluta sobrietà, e, a volte, addirittura ad un'apparente impassibilità, sotto la quale si intuisce la profondità del sentimento. Matti Pellonpää, che dà a Rodolfo il suo volto triste di diseredato, ad Eveline Didi, che nella parte di Mimì mostra una grazia sfiorita, adattissima al ruolo, sono i migliori del gruppo.