Sogg.: liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Vamba (Luigi Bertelli) - Scenegg.: Gianni Polizzi, Stelio Passacantando - Fotogr.: (normale/a colori) Giuseppe Trentin - Mus.: Fabio Liberatori - Montagg.: Stelio Passacantando - Dur.: 81' - Produz.: Studio Passacantando
Soggetto
il 20 settembre 1905, anniversario della presa di Porta Pia, è anche il compleanno di Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca, un discolo di nove anni, che vive a Firenze con la sua agiata famiglia borghese. Poiché gli è stato regalato un diario, che si chiama "giornalino", il bambino comincia da quel giorno a scrivervi regolarmente le sue buffe avventure e le sue riflessioni sul mondo dei grandi (pieno d'ipocrisia), illustrando il tutto con simpatici disegni. Giannino ha tre sorelle in età da marito, Ada, Luisa e Virginia, perennemente in difficoltà per le imprese del vivacissimo fratellino, il quale, magari con le migliori intenzioni del mondo, mette in fuga i loro corteggiatori e i loro amici, facendo conoscere agli interessati i commenti ironici delle sorelle su di loro. In questo modo il bambino rovina una importante festa data dalle tre ragazze, alla quale gli attesi cavalieri non intervengono, e quando il padre lo punisce per le sue malefatte, fugge in campagna presso l'anziana e ridicola zia Bettina, alla quale combina scherzi pesanti e butta poi all'aria la fattoria. Riportato a casa, provoca altri guai, cercando d'imitare un prestigiatore, e ferendo un uomo. Poi, riapertesi le scuole, Gian Burrasca incolla un compagno al banco e canzona il professore di latino, soprannominato "Muscolo". Intanto due sorelle si sono sposate: Luisa col Dottor Collalto, col quale risiede a Roma, e Virginia con l'Avvocato Maralli. Ferito ad un braccio in un incidente automobilistico, Giannino deve andare a Roma per essere curato dal cognato, e viene accompagnato dal Sig. Clodoveo, ma in treno combina guai con dei colori. Giunto a Roma, il discolo allaga un appartamento, fa mangiare un canarino dal gatto, finché il padre lo riporta a Firenze, con l'intenzione di metterlo in collegio, ma il cognalo Maralli lo salva prendendolo in casa, e Gian Burrasca lo fa diseredare dal vecchio e ricchissimo zio Venanzio, raccontandogli quanto Maralli e Virginia dicono di lui e dell'eredità. Stavolta Giannino viene chiuso veramente in collegio, dove scopre le malefatte del direttore e di sua moglie Geltrude, e si burla di loro, durante una seduta spiritica, fingendosi lo spirito di un parente morto, e fugge prima che arrivi il padre a riprenderlo, e raggiunge il mare a piedi. Infine, messa in acqua una barchetta di carta, simbolo di libertà, si avvia verso casa, per tornare dai genitori.
Valutazione Pastorale
il "Giornalino di Gian Burrasca" di Vamba, che ha divertito tante generazioni di ragazzi italiani, racconta con molto spirito le birichinate e le disavventure di un bambino di nove anni, nella "Italietta" borghese del primo novecento, dove si trova a lottare contro l'ipocrisia e l'incomprensione dei grandi. Il giovanissimo e intelligente protagonista è infatti capace di creare guai a non finire, ma ha un cuore puro e un animo sincero, che lo fanno sentire un piccolo eroe, che lotta per la verità e per la libertà. Questo film, però, pur ripresentando abbastanza fedelmente le vicende del noto personaggio, non sempre riesce ad interessare a causa di alcune lungaggini narrative e soprattutto per la parziale fissità dei disegni animati dai quali è costituito. Interessanti risultano invece i brani di cinegiornali d'epoca che vi sono inseriti.