Sogg. e scenegg.: Luigi Faccini - Fotogr.: (Normale/a colori) Marco Sperduti - Mus.: Livio Bernardini, Anto- nio Lombardi, Egildo Simeone - Montagg.: Luigi Faccini - Dur.: 85' - Pro- duz.: Reiac Film
Interpreti e ruoli
Giuseppe Apolloni (Chicco), Zeremariam Benini (Pietro (Titti), Tiziano Giuffrida (Stefano), Stefano Guerriero (Frasca), Giuseppe Talarico (Mauro), Ludgero Fortes dos Santos, Giampiero Lisarelli, Azieb Beyan, Pao- la Bacchetti, Alberto Rossatti, Lourdes De Arruda, Fiammetta Spina, Giuse- pope Geracitano, Rossella Bergo, Marina Santucci, Eva Gaudenzi
Soggetto
Nella periferia di una metropoli notturna, sotterranea segnata da colorati murales, un ragazzo di colore viene ferito e poi bruciato nell'incendio doloso del centro sociale che lo ospitava. Dopo un po' di tempo, l'avvenimento sembra passare in secondo piano. Ma gli amici del ragazzo ucciso vogliono capire chi sono i colpevoli. Cominciano allora a cercarli, muovendosi in gruppo, di notte sopra un furgone sgangherato decorato con le immagini lussureggianti della Giamaica. La moglie di uno dei ragazzi è prossima a partorire e lui vorrebbe starle vicino ma non sa in quale ospedale è stata portata e chiede aiuto agli amici. Gli spostamenti sul furgone si muovono così sul doppio binario della doverosa ricerca di verità verso la vita spezzata dell'amico e dell'appuntamento con una vita che è in procinto di nascere. Di notte per le strade c'è poca gente ma gli incontri pericolosi non mancano. I ragazzi sono affrontati da un gruppo di teppisti, una banda rivale, che li minacciano e infieriscono sul furgone. Arriva una macchina delle forze dell'ordine, e il 'generale' riporta la calma, senza prendere alcuna decisione. Rimasti soli, i ragazzi tornano sul luogo del centro sociale incendiato, vedono un graffito con loro stessi disegnati, e infine decidono che è il momento di andare a fare visita al neonato. Partono di nuovo sul malandato furgone, discutendo sul fatto che possa essere maschio o femmina e sul nome da dargli.
Valutazione Pastorale
Sulle immagini finali c'è la didascalia : "Questo film è ispirato liberamente alla storia di Auro B., un ragazzo bruciato vivo nel 1991 in un centro sociale. L'inchiesta non identificò gli assassino e il 'caso' fu archiviato. Del ragazzo che aveva un sogno si canta ancora il viaggio impossibile
". Da un lato c'è quindi la cronaca, ci sono i fatti autentici, dall'altro c'è l'intenzione di superarli attraverso una dimensione più ampia, una riflessione sul senso dell'amicizia, della socialità, della creatività. Faccini ha lavorato molto in certe zone della periferia estrema di Roma (nel quartiere di Tor Bellamonaca e nel centro sociale promosso da don Monterubbianesi della comunità di Capodarco) e, pur facendo parlare ai ragazzi un romanesco preciso, non ha voluto connotare ulteriormente il luogo in cui si svolge la vicenda, che potrebbe essere San Paolo o Parigi, non strettamente in senso sociale ma piuttosto in senso metaforico. In questa prospettiva, il pregio e l'originalità del film stanno nell'essere un sofferto, a volte rabbioso, lamento che trova la sua luce nel riemergere dell'amicizia, nella paternità, in una ripulsa della violenza. Dal punto di vista pastorale, il film va valutato come sostanzialmente positivo per la densa problematica che propone, per il modo aperto e antiretorico con cui affronta argomenti attuali e delicati. Qualche riserva serve a segnalare passaggi di dialoghi e alcune situazioni di più diretto realismo.
Utilizzazione: più che in programmazione ordinaria (dove rischia di essere visto con leggerezza), il film si propone per visioni mirate, dove sia possibile dedicare spazio alle tematiche che propone: il disagio giovanile, le periferie urbane, i sentimenti, il recupero dei valori.