Sogg. e Scenegg.: Percy Adlon - Fotogr.: (normale/a colori) Tom Sigel - Mus.: Bob Telson - Montagg.: Conrad Gonzales - Dur.: 94' - Produz.: Pelemele Film, Munchen
Interpreti e ruoli
K.D. Lang (Kotz), Rosel Zech (Roswita), Chuck Connors (Bingo-Chuck), Jane Lind (Noayak), Oscar Kawagley (Butch), Wolfgang Steinberg (Albert)
Soggetto
lo sperduto villaggio di Kotzbue, sulla costa dell'Alaska, vicino al Polo Artico, è quasi totalmente abitato da esquimesi, ma la bibliotecaria, Roswita, è una tedesca di mezza età, ancora piacente, e il losco gestore del gioco del Bingo, chiamato Bingo-Chuck, è un anziano americano, che spia sempre gli altri. Qui arriva, per lavorare con un gruppo di minatori, un ventenne androgino e taciturno. Nonostante l'aspetto maschile, è in realtà una ragazza, che si fa chiamare Kotz, perché è stata trovata neonata, avvolta in un pezzo di cartone, sul quale era scritto il nome Kotzbue. Il primo incontro con Roswita è burrascoso: Kotz, entrata in biblioteca di sera, butta all'aria dei libri, poi scappa, ma in seguito le due donne imparano a conoscersi, e scoprono di essere entrambe anime solitarie, tormentate da drammi segreti e lontani. Roswita è arrivata al villaggio 20 anni prima, scappando dalla Gennania, dove le avevano ucciso il marito Karl, mentre essi tentavano di fuggire, passando in un cunicolo, sotto il muro di Berlino. Kotz, che è per metà esquimese e per metà bianca, vuole invece scoprire la sua identità, chi sono i suoi genitori, perciò il nome scritto su quel cartone l'ha portata fin lì. Divenuta amica di Roswita, la cui casa è decorata da tanti vasetti di salmonberries, agrumi molto saporiti e dal colore vivace, Kotz l'accompagna a Berlino, dove la donna vuole scoprire se è stato il fratello Albert, 20 anni prima, a denunciare alle autorità il progetto di fuga suo e di Karl. Ritrovato Albert, che ora è quasi completamente muto, scopre confermati i suoi sospetti: il fratello l'ha denunciata, perché convinto della sua fede politica e perché voleva che lei non partisse. Trovata anche la tomba di Karl, dove Albert lo ha fatto seppellire con grande rischio, Roswita ritorna subito con Kotz in Alaska. Ora che ha saputo la verità è più serena. Ma Kotz non ha ancora scoperto la propria identità, e si sente sempre più unita all'amica, alla quale confessa di sentire per lei una forte attrazione sessuale. Dopo un momento di perplessità, Roswita la respinge decisamente e Kotz lascia la sua casa. Intanto Noayak, la ragazza esquimese, che vive da 20 anni con Bingo-Chuck, scopre al collo di Kotz due ornamenti particolari, identici a quelli, che porta anch'essa, e, messo alle strette l'anziano americano, lo costringe a confessare che quegli ornamenti erano il dono che egli faceva molti anni prima a tutte le giovanissime esquimesi, che diventavano sue amanti. Poiché due di essi sono stati trovati nel cartone in cui era avvolta Kotz neonata, è chiaro che lei è sua figlia. Ora la giovane e tormentata sangue misto sa qual'è la sua identità, ma non può certo esserne fiera.
Valutazione Pastorale
gli elementi di base di questo film psicanalitico, sono i ricordi: ossessionanti e tragici quelli di Roswita, simboleggiati dai vasetti di salmonberries; completamente mancanti, e quindi causa della sua instabile personalità, in Kotz, la trovatella, che vuol sapere la sua identità. Il paesaggio allucinante è affine allo stato d'animo delle protagoniste all'inizio della vicenda, ma poi l'amicizia e la solidarietà la aiutano. Kotz fa molto per Roswita, che però non accetta di arrrivare con lei ad un rapporto lesbico. Complessivamente il film non appare riuscito, ha qualcosa di falso, nonostante le basi interessanti, di cui disponeva. La cosa più apprezzabile è la fotografia dei bianchi paesaggi.