WILD MAN BLUES

Valutazione
Accettabile, realistico
Tematica
Amicizia, Mass-media
Genere
Documentario
Regia
Barbara Kopple
Durata
102'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Wild man blues
Distribuzione
Cecchi Gori Distribuzione
Musiche
autori vari
Montaggio
Lawrence Silk

Orig.: Stati Uniti (1997) - Sogg. e scenegg.: Barbara Kopple - Fotogr.(Panoramica/a colori): Tom Hurwi - Mus.: autori vari - Montagg.: Lawrence Silk - Dur.: 102' - Produz.: Jean Doumanian.

Soggetto

E' il documentario girato durante la tournée che Woody Allen e la sua jazz band hanno effettuato in Europa nel corso del 1997. Il tour é durato 23 giorni ed ha toccato 18 differenti città europee. Attraversando sette Paesi, Allen e il suo gruppo suonano ogni sera davanti ad un pubblico numeroso ed entusiasta. La m.d.p. si muove tra i tanti momenti che scandiscono la giornata. Ecco la preparazione degli spettacoli, con la scelta dei brani e le prove; ecco Allen che incontra i fan circondato dai fotografi; eccolo salutare amici che vanno a trovarlo. E poi c'é Allen nei momenti privati, nelle stanze d'albergo, con la sorella e i collaboratori più fidati. Allen scherza, ironizza, si lascia andare a riflessioni improvvise, cerca di osservare se stesso impegnato in un universo caotico che ricorda tanto il circo felliniano. Quando torna a New York, Allen va a casa dei genitori e fa vedere i regali comprati in Europa. Poi la mamma comincia a parlare per ringraziarlo.

Valutazione Pastorale

E' un bel documentario, a conferma del valore in questo settore della regista Barbara Kopple che ha già vinto due premi Oscar, per "Harlan County USA" nel 1977 (su uno sciopero dei minatori) e per "American dream" nel 1991. Anche in questa occasione la Kopple mostra chiarezza di idee nel farsi strada dentro un materia abbondante e per niente nuova, almeno nelle premesse, e con la necessità di dover fare i conti con un personaggio caratterialmente difficile come Woody Allen. Lavorando con sensibilità al montaggio finale, la regista mette insieme un materiale vivo, vivace, dinamico. L'occhio non é imparziale, e anzi diventa occasione per mettere a nudo l'Allen fuori dal cinema e dai film, un Allen che deve confrontarsi con il pubblico, con la confusione, forse con la 'realtà'. Notazioni intelligenti cadenzano le varie tappe del tour, i rapporti tra le persone, gli altri musicisti. Un documentario di taglio antropologico, che cerca di scavare nel carattere dei vari personaggi. Brani jazz piacevoli accompagnano le immagini.Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come positivo, accettabile, e sostanzialmente realistico. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come esempio di documentario svelto ed interessante, e anche in rassegne dedicate a Woody Allen. Da vedere anche in occasione di passaggi casalinghi.

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