Orig.: Italia (1998) - Sogg. e scenegg.: Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo - Fotogr. (Panoramica/ a colori) : Giulio Pietromarchi - Mus.: Giuliano Tavani - Montagg.: Cristiano Travaglioli - Dur.: 88' - Produz: Gianluca Arcopinto.
Soggetto
A Roma,oggi, un gruppo di amici decide di mettere in scena uno spettacolo. I soldi però sono pochi e bisogna lavorare in economia.La prima fase é quella della scelta degli attori. Si susseguono allora tanti provini, ai quali si presentano ragazzi e ragazze spesso molto diversi tra loro per preparazione, convinzione, interesse: qualcuno non si prende abbastanza sul serio, qualcun' altro invece troppo. Alla fine comunque la compagnia viene formata, e cominciano le prove sul testo. Nuovi dubbi si affacciano: é vero che uno spettacolo é bello solo se è cupo? Bisogna per forza rappresentare problemi angosciosi? Tra incertezze, crisi esistenziali, liti, scambi di opinioni con i genitori, giornate passate all'università per distribuire inviti agli studenti, arriva la sera della 'prima'. Il pubblico é abbastanza numeroso, applaude, arrivano elogi e tutto sembra andare per il meglio. Ma il giorno dopo gli spettatori cominciano a diminuire, e una sera non si presenta nessuno. Fuori del teatro, il gruppo, mentre si chiede cos'é che non va, é attratto da un rumore di folla. E' la settimana Santa e proprio lì vicino, intorno al Colosseo, il Papa sta celebrando la Via Crucis. Gli attori rimangono a guardare. Lo spettacolo vero è quello che sta andando in scena lì, sulla strada. Più motivati, riprendono le repliche e la sera dopo il pubblico torna in sala, e una ragazza fa a tutti molti complimenti. Ma la domanda rimane: l'attore, a che serve?
Valutazione Pastorale
Cinema e teatro, realtà e finzione, lavoro fisso e lavoro precario: su questi 'opposti' si muove il racconto che certamente propone situazioni non nuove (dal primo Nanni Moretti in giù), ma riesce a replicarle in maniera giusta e attendibile. La sequenza dei provini ha toni di autenticità. La rivitazione di molti comportamenti giovanili é precisa, c'é garbo nel disegno delle figure dei genitori. Nell'insieme é merito del film quello di proporsi con freschezza e verve gradevoli e di saper cogliere i limiti dell'operazione proprio mentre viene compiuta. C'é in sostanza una dignità artigianale che merita rispetto, e c'é anche la capacità di mettere a nudo i propri traguardi. Il problema del lavoro giovanile, l'ambizione di fare qualcosa di importante, la consapevolezza che 120mila attori solo a Roma sono tanti e forse non può arrivare il successo per tutti: aspetti interessanti del film che é scanonato, privo di illusioni, sincero. Dal punto di vista pastorale, é da valutare come positivo, quindi accettabile e di taglio brillante.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in occasioni mirate per parlare di giovane cinema italiano, di lavoro, di rapporto cinema-teatro.