Orig.:Italia(1998)- Sogg.e Scenegg.:Suso Cecchi D'Amico,Masolino D'Amico,Mario Monicelli con la collaborazione di Margherita D'Amico.- Fotogr.(Scope/a colori):Stefano Coletta - Mus.:Luis Bacalov - Montagg.:Bruno Sarandrea - Dur.:110'- Produz.:Giovanni Di Clemente.
Interpreti e ruoli
Paolo Bonacelli (Amedeo Razzi), Marina Confalone (Lina), Alessandro Haber (Genesio), Benedetta Mazzini (Tiziana), Mariangela Melato (Cinzia), Ornella Muti (Bruna), Michele Placido (Furio), Luigi Proietti (prof.Rodolfo Melchiorri), Pia Velsi (Isolina), Gianfranco Barra (don Paolo), Gianfelice Imparato (avv.Pierattoni), Francesco Guzzo (Camillo), Alessandro Nuccio (Carlino), Elisabetta Perotto (Giada), Mimma Lovoi (Fosca), Kassandra Voyagis (Fiore)
Soggetto
Da due generazioni,nelle Marche,la famiglia Razzi manda avanti con successo un'impresa incentrata sulla produzione di una caramella digestiva a base di cicoria,la cosiddetta 'cialda',brevettata da un nonno farmacista e diffusa presso una clientela limitata ma fedele. A capo della ditta c'é ora Furio,il marito di Cinzia Razzi,ma il suocero, il vecchio Amedeo,da tempo messo da parte per inettitudine,vorrebbe sostituirlo con il nipote Camillo,orfano di padre. Convinto da Camillo,Amedeo di esibisce in uno spot per la ditta su una tv locale, ma i contenuti dello spot,l'ironia della città e le spese eccessive fanno sì che Furio decida di togliere al vecchio l'accesso alla cassa di famiglia. Umiliato e addolorato,Amedeo ha un infarto e muore. Furio rimane solo a cercar di mandare avanti la fabbrica. I suoi figli,Carlino e Giada, sono giovani e inetti. C'é poi lo zio Genesio, allontanatosi per fare l'artista, e che ora ritorna portando a sorpresa una giovane moglie albanese,Fiore. Genesio dice a Furio che ha bisogno di soldi,Furio glieli nega e Genesio, inaspettatamente, si uccide. Nella confusione, Camillo prende in mano le redini del comando,progetta grandi investimenti e organizza una spettacolare festa per il proprio matrimonio con Tiziana. Ma la festa si rivela un disastro,le nozze non si fanno, i conti non tornano,Camillo fa uso di cocaina e ben presto gli strozzini lo braccano. Fiore capisce allora che è il momento buono per avvertire il fratello,un albanese dedito ad attività poco lecite. Questi ha buon gioco nel proporsi come aquirente della ditta. E quando tutto sembra ormai perduto, Furio, che non si rassegna, mette l'esplosivo alla fabbrica. Dalla finestra di casa, Cinzia osserva l'esplosione.
Valutazione Pastorale
Arrivato in salute alla bella età di 84 anni e con oltre mezzo secolo di carriera alle spalle,Monicelli continua a gettare il proprio occhio acuto e lucido sull'Italia contemporanea, anzi sulla famiglia italiana di questa fine Millennio:microcosmo dove vengono a galla tutte le contraddizioni,le frizioni,le incomprensioni di un tessuto sociale troppo spesso spezzettato e privo di punti di contatto. E' saltato il passaggio del testimone da una generazione a quella successiva nell'Italia degli ultimi decenni, e i buchi venutisi a creare lasciano ferite profonde. Monicelli osserva con sguardo certo non distaccato:il suo intervento si vede, quando il nitido realismo dei dialoghi e degli ambienti sfuma nell'ironia, nella sovraesposizione, nel grottesco della festa di matrimonio e del finale apocalittico. Ci sono echi di "Parenti serpenti"(1992) ma c'è meno cattiveria, più possibilismo,più voglia di dare a questa famiglia un'occasione di riscatto, di ripresa. Film a corrente alternata dunque,non sempre coerente sul piano narrativo, ma la cui 'realtà' di fondo non può essere trascurata. Dal punto di vista pastorale,l'argomento "famiglia" è trattato con qualche discontinuità e qualche leggerezza che fanno valutare il film come 'discutibile'.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Da recuperare per affrontare il tema 'famiglia' in Italia alle soglie del 2000.