Orig.: Stati Uniti (1990) - Sogg. e Scenegg.: David Koepp - Fotogr.(Normale/a colori): Robert Elswit - Mus.: Trevor Jones - Mont: Bonnie Koehler - Dur.: 107' - Produz.: Steve Tisch.
Interpreti e ruoli
Rob Lowe (Alex), James Spader (Michael Boll), Rosalyn Landor (Britt), Tony Maggio (Patterson), Kathleen Wilhoite (Leslie), Marcia Cross (Ruth Fielding), Sunny Smith.
Soggetto
In una grande società finanziaria di Los Angeles, Michael Boll lavora ed è ben considerato. Qualche affanno di vita ce l'ha: una fidanzata assillante, Ruth, che ha fretta di celebrare le nozze; il fratello (Prismo) che è stato in carcere per droga; e soprattutto la carriera, poiché Michael si occupa di borsa e aspira al posto di capoanalista. Ma c'è Patterson, un funzionario concorrente e astioso che gli crea spiacevoli ostacoli sul lavoro. Mentre si trova in un bar, uno sconosciuto e deciso ragazzo (Alex) lo toglie da un brutto impiccio con un energumeno che lo sta malmenando. Ed Alex poco a poco turba e sconvolge la vita di Michael, che per carattere non è certo un tipo ardito: occupandosi di lui, facendolo divertire, rifilandogli una brunetta, una delle sue facili ragazze, lo coinvolge in due rapine notturne nei negozi cittadini e, infine, gli sconvolge il fidanzamento con Ruth, inserendo una cassetta porno (nella quale Michael è uno dei due protagonisti a sua insaputa) durante il ricevimento in casa di lei (al quale l'onnipresente Alex si è autoinvitato). Michael si trova dunque "liberato" da alcuni pensieri ma, al contempo, assoggettato all'altro, il quale una sera (lasciato ubriaco in auto l'amico) pesta a sangue Patterson, con il che Michael rimane l'unico candidato al posto vacante in ditta e quindi se lo vede assegnare. Ora però il gioco si è fatto crudele: la ragazza bruna viene assassinata con una mazza da golf in casa del giovanotto per mano dello spietato Alex (un'altra cassetta documenta l'evento) e Michael deve provvedere con l'aiuto dell'angosciato Prismo ad eliminare il cadavere, gettandolo in uno specchio d'acqua. La paura attanaglia i due, anche perché l'omicida si è portato via la giacca e i documenti di Michael, dopo avergli completamente svuotato l'appartamento (tanto per alternare malvagiamente crimini e scherzi). Il corpo della defunta viene ripescato, ma d'intesa i due fratelli cercano ora di intrappolare Alex, che insegue Prismo e tenta di uccidere anche lui. Però Michael si è procurato una rivoltella presso un agente suo amico e, dopo un inseguimento notturno, riesce a mettere sotto tiro il malvagio, il quale ghignando gli dichiara che l'autore del pestaggio a Patterson è stato lui, così come è l'autore dell'omicidio della ragazza. Ma non lontano dai due ex amici si è appostato Prismo, il quale ha video registrato parole e gesti di Alex. Frattanto la Polizia, avvertita, è ormai in arrivo, mentre Alex, cui Michael ha sparato, è caduto in mare e vi è scomparso.
Valutazione Pastorale
Sotto il profilo cinematografico, Curtis Hanson ha creato un film di estrema chiarezza, forte ed esauriente di sceneggiatura. Ma, a parte tali pregi, il film è quasi una lezione, fredda ai limiti della crudezza, sulla forza del Male e sulle sue raffinate possibilità di aggressione e di plagio nei confronti di esseri un po' fragili. Il fragile qui è Michael, letteralmente blandito e sedotto da Alex, che è un Maligno accattivante, il quale assume sempre nomi nuovi, alterna scherzi vari a rapine e omicidi, sparisce e riappare alle sue vittime in luoghi impensati, ma al momento giusto, dominando la personalità dell'altro con sorrisi e proposte stimolanti, grado a grado contagiandolo e travolgendolo in un vortice perverso e pervertitore. L'altro cede, vede in Alex un amico stravagante e spregiudicato, delega in un certo senso a lui la "soluzione" di certi problemi dei proprio inconscio (che per debolezza o insipienza solo problemi restavano) e passa infine dal vortice ad una trappola intrisa di sangue, da dove riuscirà a strapparsi con coraggio e per una nobile volontà di riscatto, grazie anche alla solidarietà di un fratello più sfortunato che cattivo. Il film dà al Male un volto in apparenza gradevole configurando in Rob Lowe un seduttore persuasivo, tenace e irresistibile, un 'dàimon' simpatico, ma violento. Inutile porsi il quesito sul perché Alex si prenda tanta cura dell'amico e cosa ritragga sul piano pratico a immischiarsi nella vita di lui. Il "guadagno" sta nella precisa intenzione di fare il male per il male, nella somma voluttà dell'assoggettare e plagiare la vittima prescelta, nella pura raffinatezza del gioco che si ripaga da sé per il semplice fatto della invenzione pervertitrice. In "Cattive compagnie" ("Bad influence" è il titolo originale) non c'è banalità di sorta, tutto il meccanismo risponde allo scopo, gli incastri narrativi sembra vadano a posto da soli, senza forzature di alcun genere. È un film complesso, ma stringato quanto a stile, un film il quale esige una ovvia maturità per ben recepire allusioni, aspetti psicologici e molti sottintesi e, dunque, per essere apprezzato nella sua valenza sotto il profilo etico, al di là del realismo di singole scene, quelle scabrose incluse.