Orig.: Francia (1999) - Sogg.: Régis Wargnier - Scenegg.: Roustam Ibraguimbekov, Serguei Bodrov, Louis Gardel, Régis Wargnier - Fotogr.(Panoramica/a colori): Laurent Dailland - Mus.: Patrick Doyle - Montagg.: Hervé Schneid - Dur.: 121' - Produz.: Yves Marmion.
Interpreti e ruoli
Sandrine Bonnaire (Marie), Oleg Mechikov (Alexei), Catherine Deneuve (Gabrielle), Serguei Bodrov jr. (Sacha), Grigori Manoukov (Pirogov), Tatiana Doguileva (Olga), Melena Karalambova (Nina Fiodorovna), Bogdan Stupka . (colonnello Boiko)
Soggetto
Giugno 1946. In seguito all'invito lanciato da Stalin ai russi residenti in occidente di tornare a casa, promettendo amnistia e passaporto sovietico, Alexei Golovine, che vive in Francia, decide con molti altri di intraprendere il viaggio di ritorno, portando con sé la moglie francese Marie e il figlioletto Serioja. Arrivato il gruppo ad Odessa, alcuni vengono giustiziati o spediti nei campi di lavoro. In quanto medico, Alexei é mandato a Kiev perché il suo esempio di 'figliol prodigo' possa diventare un modello per la patria. Di fronte all'obbligo di vivere nella camera singola di un appartamento statale, Marie si ribella e da quel momento ha un solo obiettivo riguadagnare la propria libertà. Alexei però si adatta, guadagna prestigio e il rapporto tra i coniugi comincia a diventare difficile. Marie prova in tutte le maniere: dapprima quando la famosa attrice Gabrielle Develay arriva in tournee a Kiev e lei le consegna una lettera; poi aiutando Sacha, un giovane 17enne forte nuotatore, a farsi selezionare per gli 'europei' di Vienna. Sacha viene bocciato, ma ugualmente riesce a fuggire. Indicata come colpevole, Marie è spedita in un gulag. Anni dopo, morto Stalin, Alexei riesce a far riabilitare Marie che viene liberata. Ora Alexei vorrebbe sdebitarsi, aiutando Marie a tornare in Francia. L'occasione si presenta con il ritorno di Gabrielle. Stavolta, pur tra grandi rischi,l'attrice, trovandosi a Sofia in Bulgaria, riesce a far entrare Marie e il figlio dentro l'ambasciata francese.
Valutazione Pastorale
Il quadro storico di riferimento è, come si sa, autentico. La decisione del Soviet Supremo del 14 giugno 1946 rendeva noto il perdono ufficiale da parte di Stalin ma in realtà, una volta tornato, il cittadino sovietico veniva riconosciuto colpevole e condannato ad essere rinchiuso o deportato in base all'art.35 del Codice Penale. Dice il regista Wargnier: "Quello che mi interessava del copione era la drammatica posta in gioco tra uan donna che segue un uomo perchè lo ama e poi si ribella e sogna solo la libertà...E' un film con sfondo altamente politico. Non voglio denunciare gli anni bui della storia comunista. Non ho nulla da aggiungere al lavoro degli storici, ma descrivo la vita quotidiana di milioni di esseri umani e ricordo una cosa: la coscienza occidentale non era turbata dalla situazione del poplo russo, la cortina di ferro andava bene". Elementi forti dunque emergono da una vicenda, che diventa affresco storico con sterzate nel sentimentale e nel passionale. Wargnier del resto ripete toni già usati in suoi titoli precedenti ("Indocina", "Una donna francese"): alternanza di dramma e melodramma. In un'atmosfera anni '40 ben ricostruita e supportata da vivido realismo, il film si muove in modo convincente. Poteva essere una classica storia del binomio 'amore-guerra', ma appunto il riferimento a fatti autentici gli conferisce un taglio di maggiore importanza. Dal punto di vista pastorale, la sostanza degli argomenti trattati e l'obiettivo rivolto ad ideali giusti e sinceri rende il film positivo, accettabile, problematico e utile per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in occasioni mirate (anche per scuole medie superiori) come inizio per una riflessione su delicati momenti di storia recente.