Orig.: Stati Uniti (1999) - Sogg. e scenegg.: Scott Alexander, Larry Karaszewski - Fotogr.(Scope/a colori): Anastas Michos - Mus.: R.E.M. - Montagg.: Christopher Tellefsen, Lynzee Klingman - Dur.: 118' - Produz.: Danny DeVito, Michael Shamberg, Stacey Sher.
Interpreti e ruoli
Jim Carrey (Andy Kaufman), Danny DeVito (George Shapiro), Courtney Love (Lynne Margulies), Paul Giamatti (Bob Zmuda), Tony Clifton (se stesso), Vincent Schiavelli (Maynard Smith), Budd Friedman (se stesso), Pamela Abdy . (Diane Barnett)
Soggetto
Fin da piccolo, Andy Kaufman mostra una particolare predisposizione per parlare, inventare aneddoti, gesticolare come se avesse un pubblico davanti. Da grande comincia ad esibirsi in alcuni cabaret di New York. Di questo spettacolo viene a conoscenza in California George Shapiro, manager. Quando Andy arriva a Los Angeles, George va a vederlo, apprezza molto l'esibizione, gli lascia il biglietto da visita. Siamo nel 1975, ed é l'inizio di una lunga collaborazione. Gli ingaggi arrivano numerosi. Bravissimo nel raggirare il pubblico, Andy provoca fragorose risate ma anche gelidi silenzi, lacrime, schiamazzi. Talvolta usa una comicità per bambini, talaltra sfida un signore ad un incontro di wrestling, oppure dà il via a performance così realistiche che nemmeno i suoi collaboratori capiscono dove finisca lo scherzo e cominci la realtà. Imita Elvis Presley, inventa nuovi personaggi, viene chiamato in televisione e lavora al famoso 'Saturday Night Live'. Conosce Lynne, che ne sopporta il difficile carattere. Andy alla fine si diverte a farsi odiare, i suoi monologhi tendono a far infuriare lo spettatore, mettendolo alla berlina. Il gioco va avanti fino ad un certo punto. Prima rifiuta poi accetta di partecipare ad una soap opera, ma la crisi é in agguato. All'inizio degli anni Ottanta, gli viene diagnosticata una grave malattia. Cacciato nel 1982 dal Saturday Night Live perché il pubblico comincia a voltargli le spalle, Andy muore di cancro al polmone nel 1984, dopo essere stato da un guaritore che prometteva miracoli. Ma ecco subito dopo esibirsi uno che sembra Andy in uno dei suoi travestimenti. Vero o falso?
Valutazione Pastorale
Il personaggio, come si sa, é autentico, e da molti è considerato appartenente a quel ridotto numero di grandi cabarettisti che hanno influenzato intere generazioni in America: Lenny Bruce, Richard Prior, Woody Allen, Robin Williams. Nel ricostruirne la vita, produttori e sceneggiatori hanno contattato decine di persone (i collaboratori più stretti, i membri della famiglia, la fidanzata, gli amici, i comici che lo hanno conosciuto), ottenendo testimonianze utili ala ridefinizione del personaggio. Ma forse l'idea più indovinata é stata quella di affidare la regia a Milos Forman, il regista cecoslovacco (così si può dire in riferimento alla situazione della sua nascita) da trenta anni ormai in America. Forman infatti equilibra la storia in maniera tale che non vengano nascosti gli eccessi e le oggettive sgradevolezze messi in atto da Andy, ma recupera tutto questo nella costruzione di un personaggio quasi ingenuo, indifeso e spiazzante, che sa di essere la prima vittima delle proprie provocazioni. Così Andy Kaufman si affianca al protagonista di "Qualcuno volò sul nido del cuculo", ad "Amadeus", a Larry Flint, ulteriore ritratto di una ricerca di libertà nella creazione e nel vigore intellettuale. Film pregevole, arricchito dal tocco visionario di Forman, dal suo occhio lucido e disperato, e dalla funambolica, dinamica interpretazione di Jim Carrey. Dal punto di vista pastorale, emerge l'attenzione per i valori della persona, la ricerca di un equilibrio interiore, il servizio agli altri, con una non rassegnata ma serena attesa della morte prematura: film da valutare come accettabile, sia pure con qualche riserva, e da indicare come problematico.
UTILIZZAZIONE: il bel ritmo narrativo rende il film utilizzabile in programmazione ordinaria. Opportuno recuperarlo in altre occasioni, come ritratto di una insana e ragionata follia.