Orig.: Italia (1999) - Sogg. e scenegg.: Eugenio Cappuccio,Massimo Gaudioso,Fabio Nunziata - Fotogr.(Panoramica/a colori): Vincenzo Marinese - Mus.: Daniele Sepe - Montagg.: Fabio Nunziata - Dur.: 90' - Produz.: Cecchi Gori Group, Fin.Ma.Vi.
Interpreti e ruoli
Eugenio Cappuccio (Eugenio), Massimo Gaudioso (Massimo), Fabio Nunziata (Fabio), Anna Scaglione (Anna), Gianluca Arcopinto (distributore cinematografico), Giuseppe Picciotto . (Tonino)
Soggetto
Eugenio, Massimo e Fabio sono riusciti faticosamente a realizzare un film dal tono povero e triste, 'Il muratore', una sorta di apologo sul problema della casa, sul cui esito i tre amici ripongono le loro speranze per affrontare un futuro migliore. Il film viene invitato a partecipare al festival dei Quattro Cantoni, in Svizzera, e i tre vi si recano con tante speranza e molta sprovvedutezza. Arrivano apprezzamenti del pubblico e una menzione da parte della giuria. Questo risultato fa sì che un distributore si faccia vivo con loro e decida di far uscire il film nelle sale. Ma il giorno della 'prima', a Bologna, appare la dura realtà: pochi spettatori, fallimento, film subito smontato. I tre amici pensano allora che sia giunto il momento di separarsi. Ognuno sceglie strade diverse (uno é abbagliato dal mito del produttore americano, un altro si impiega in ufficio, un terzo cerca di resistere), ma dopo qualche tempo Fabio, rimasto vittima di un incidente, viene ricoverato in ospedale. E' l'occasione per i tre per ritrovarsi intorno al letto dell'amico, e per cercare di riprendere i progetti di un tempo. In fondo le difficoltà si affrontamo meglio insieme.
Valutazione Pastorale
Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata si erano imposti all'attenzione nel 1997 con "Il caricatore", operina fresca e simpatica sulle difficoltà da parte di alcuni esordienti per trovare il materiale necessario a girare una film. I tre tornano ora sullo stesso argomento, cercando di allargare le prospettive ad un quadro delle enormi difficoltà in cui si dibatte oggi il cinema italiano, frenato da troppi autocompiacimenti e da una diffidenza istintiva del pubblico. Qualche idea non manca, ma l'insieme della storia é di grande fragilità: si ripetono dialoghi e situazioni già viste, si insiste a descrivere difficoltà e timori ormai privi di originalità e di coinvolgimento. Il film allora va visto a se stante, quasi come se fosse il primo realizzato su questi temi, sia pure venti anni dopo quelli di Nanni Moretti. Come riflessione ironica e disincantata su un mondo, quello del cinema, spesso precario, il film ha qualche pregio, insieme a quello di puntare molto sull'amicizia tra i tre protagonisti, vista come dimensione comunque importante. Così, dal punto di vista pastorale, evidenziata qualche riserva per momenti meno sorvegliati, il film é da valutare come positivo, accettabile, e brillante nel tono dello svolgimento.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e recuperato in occasioni di proposte sul cinema nel cinema all'italiana, anni Novanta.