Orig. : Italia (1998) - Sogg. e scenegg. : Neri Parenti - Fotogr. (Panoramica/ a colori) : Carlo Tafani - Mus. : Bruno Zambrini - Montagg. : Sergio Montanari - Dur. . 100' - Produz. : Aurelio De Laurentiis.
Interpreti e ruoli
Christian De Sica (Cesare Proietti), Massimo Boldi ( il Faina), Diego Abatantuono (Giacomo Colombo), Roberto Brunetti ( il signor Bin), Nino D'Angelo (King), Paolo Conticini (Remo Cartocci), Roberto Farnesi ( er Patata), Stefano Antonucci (Ciro Cuccurullo), Ugo Conti ( Ciro 3000), Morena De Pasquale (fidanzato di Elenoire Casalegno), Mara Venier (marito di Anna Falchi), Emilio Fede (chirurgo), Aldo Biscardi (Toni), Maurizio Mosca (infermiera al nido), Valeria Mazza, Martina Colombari, Natalia Estrada, Brigitte Nielsen, Alba Parietti, Claudio Lippi, Luana Ravegnini.
Soggetto
Rafforzato da vecchie conoscenze che operano in altre zone, un gruppo di paparazzi appartenenti all'agenzia fotografica Magic Press é all'opera per le strade di Roma alla ricerca del personaggio famoso colto in momenti privati o di relax. Er Patata colpisce alla festa di compleanno di Alba Parietti; il King, travestito da immigrato bielorusso, sorprende Emilio Fede e Mara Venier;Bin tenta di fotografare Valeria Mazza dal Duomo di Milano, ma la Madonnina cede e va giù; Ciro mette l'uno contro l'altro Maurizio Mosca e Aldo Biscardi. Arriva l'estate e il gruppo si trasferisce sulla Costa Smeralda. Il King ha un piano per attirare in una villa presa in affitto Alba Parietti, ma il piano fallisce miseramente. Dopo questa parentesi, i paparazzi cambiano obiettivo, e fotografano il presidente Clinton nella stanza ovale. La cosa procura molti guai. Clinton si dimette, i paparazzi si rifugiano in convento, dove però la storia della foto a sorpresa si ripete, stavolta a loro danno.
Valutazione Pastorale
Si tratta di un banale, tenuissimo pretesto per allungare sul grande schermo la notorietà (più o meno meritata) di molti volti noti della televisione. Superfluo dire che la figura del 'paparazzo', assurta a notorietà nel famoso film di Federico Fellini "la dolce vita", perde qualunque connotazione d'interesse per diventare una scarna macchietta, o un logoro stereotipo. Il racconto é inesistente, i personaggi vivono solo nell 'interscambio realtà/finzione, ossia nel fare se stessi quando non sono se stessi, cioé quando appaiono in televisione. Non c'é niente di niente, quindi, nel film, se non il fatto di non nascondersi, di essere scoperto e chiaro: impossibile accusarlo di scorrettezze o toni subdoli. Il film é da vedere e consumare subito, senza rimorsi o rimpianti. Sappiamo quello che (non) offre, ma sappiamo anche che il vero cinema non può temere queste presenze innocue che poi il panorama italiano annovera da sempre. Dal punto di vista pastorale dunque non sembra opportuno esprimere valutazioni negative. Il film si limita all'inconsistenza, non é volgare come altri, non é offensivo, non esorta ad imitare situazioni e personaggi poco esemplari. Da segnalare alcune grossolanità.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, avendo ben presenti i limiti sopra descritti, anche in relazione al tipo di pubblico in sala.