Orig. : Stati Uniti (1998) - Sogg. e scenegg. : Willard Carroll - Fotogr. (Scope/ a colori) : Vilmos Zsigmond - Mus. : John Barry - Montagg. : Pietro Scalia - Dur. : 121' - Produz. : Intermedia Films.
Interpreti e ruoli
Sean Connery (Paul), Gena Rowlands (Hannah), Dennis Quaid (Hugh), Gillian Anderson (Meredith), Angelina Jolie (Joan), Madeleine Stowe (Gracie), Jon Stewart (Trent), Ryan Philippe (Keenan), Jay Mohr (Mark), Ellen Burstyn (Mildred), Anthony Edwards (il sacerdote)
Soggetto
Paul e Hannah, coppia ormai matura, litigano da un po' di tempo a motivo di una presunta infedeltà che lui avrebbe commesso anni prima. All'interno della loro grande casa, ricordi e ripicche si alternano tra dolori, nostalgie, rimpianti. Intanto in un albergo, Gracie si incontra con un uomo con cui ha una relazione extraconiugale: lui vorrebe che il loro legame fosse più frequente, ma lei si oppone decisamente. Meredith, regista teatrale, dopo negative esperienze, rifiuta nuovi corteggiamenti, ma poi si vede messa alle strette dalle insistenze di Trent, spiritoso e convincente. In discoteca, Joan, giovane bella ed esuberante, rompe per telefono con un ragazzo e subito le capita di conoscere Keenan, dal quale è attratta ma che rifiuta qualsiasi appuntamento. Hugh si aggira per bar e ristoranti notturni: avvicina donne diverse e racconta loro versioni differenti ma sempre terrificanti della propria vita privata. In ospedale il giovane Mark sta morendo di Aids, assistito dalla madre che, tra le lacrime, cerca di alleviarne la sofferenza. Il finale vede Paul e Hannah riconciliati dal reciproco affetto, più forte di qualunque incomprensione. Intorno a loro, quando si celebra il rinnovo della loro promessa matrimoniale, ecco le tre figlie: Gracie, Joan, Meredith. Il pastore che celebra è l'amante di Gracie, che però adesso è accanto al marito Hugh. Joan presenta ai genitori Keenan, e lo stesso fa Meredith con Trent. Tutte le situazioni sembrano all'apparenza ricomposte.
Valutazione Pastorale
Si tratta di un film realizzato con indubbio mestiere, alla maniera di certi esempi proposti in passato da Robert Altman. E' il ritratto, all'interno di una grande metropoli americana, di una borghesia ricca e sazia, svuotata di valori precisi che ciascuno deve cercare di costruirsi individualmente. Certamente il quadro non sembra incoraggiante: ogni personaggio appare solo con se stesso, e nessun aiuto arriva da chi vive vicino o intorno. L'aspetto interessante é che queste situazioni di solitudine non sono proposte con compiacimento o soddisfazione. Al contrario, emerge dalla storia il senso dell'amarezza, del dolore che tutto questo comporta. Si tocca con mano l'infelicità, ma anche la voglia di superarla, di cercare qualcosa di più concreto e duraturo. Certo non mancano passaggi un po' posticci, qualche caduta nel melodrammatico e in una ricerca di amore qua e là a buon mercato. Ma tenendo presente il quadro di riferimento (una società americana spesso disgregata e indifferente,dove ricade anche il diverso ruolo dell'uomo di chiesa), il film mantiene un andamento nel complesso propositivo e non superficiale, che guarda all'incidenza dei sentimenti nella vita dell'individuo, e alle differenze generazionali tra genitori e figli. Dal punto di vista pastorale, tra aspetti positivi e negativi, il film é da valutare come discutibile, segnalandone la dimensione quasi sempre problematica.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. E' da recuperare come affresco di vita americana di fine millennio.