Orig.: Stati Uniti (1998) - Sogg.: tratto dal romanzo "One true thing" di Anna Quindlen - Scenegg.: Karen Croner - Fotogr.(Panoramica/ a colori): Declan Quinn - Mus.: Cliff Eidelman - Montagg.: Carole Kravetz - Dur.: 127' - Produz.: Harry Ufland, Jesse Beaton.
Interpreti e ruoli
Meryl Streep (Kate Gulden), Renee Zellweger (Ellen Gulden), William Hurt (George Gulden), Tom Everett Scott (Brian Gulden), Lauren Graham (Jules), Nicky Katt (Jordan Belzer), Patrick Breen. (Mr.Tweedy), Gerrit Graham (Oliver Most), Stephen Peabody (Harold), Lizabeth MacKay . (dr.Cohen)
Soggetto
Marzo 1988. La giovane Ellen Gulden, a colloquio con l'avvocato in seguito all'autopsia effettuata sul corpo della mamma di lei, racconta lo svolgersi dei fatti. Ellen si é trasferita a New York, dove scrive e intende affermarsi come giornalista. Ma eccola tornare a casa, nella piccola Langhorne, in occasione del compleanno del padre George,professore di letteratura brillante e pignolo. Subito infatti critica l'ultimo articolo della figlia, e Brian, il fratello più piccolo, non ha il coraggio di dire che é stato bocciato all'esame universitario. La mamma Kate, casalinga dalle mille attività, dopo una visita medica, apprende di avere il cancro e di dover subire un intervento. Ellen vorrebbe tornare a New York ma, dopo molte discussioni, capisce di dover restare accanto alla mamma, anche se ciò potrebbe costarle la carriera. Alla cena del Ringraziamento George invita un famoso poeta, che però gli dice di apprezzare poco un suo tentativo di scrivere un romanzo. Per George il colpo è duro. Ellen, che lo ha anche visto in compagnia di un'allieva, lo accusa di egocentrismo.A Natale le condizioni di Kate si aggravano. Dopo un breve ricovero, torna a casa sulla sedia a rotelle. Passato il capodanno 1988, Katie peggiora e un giorno chiede alla figlia di aiutarla a morire. Dopo un momento di incertezza, Ellen decisamente rinuncia. Arriva George, Kate chiede anche a lui la stessa cosa e, poco dopo, muore. Si torna all'inizio, e l'avvocato conferma che la morte è avvenuta per un eccesso di morfina. Uscita dallo studio, Ellen va sulla tomba della madre, dove arriva anche George. Si chiariscono: nessuno ha aiutato Kate a morire,deve essere stata lei da sola ad ingerire il farmaco nella dose letale. Padre e figlia si ritrovano nel dolore.
Valutazione Pastorale
Per gran parte della sua non breve durata (due ore e 7 minuti), il film convince e coinvolge. Per quanto non esente da qualche accentuazione di tipo melodrammatico e da qualche passaggio un po' stereotipato e prevedibile, la storia coglie comunque con esattezza lo sconvolgimento che produce la presenza di un avvenimento tragico come quello della malattia terminale: il nucleo familiare ne riceve un contraccolpo che stravolge e stordisce, la realtà cambia aspetto, tutto diventa difficile, il dolore cala su ogni azione e su ogni istante della giornata. Soprattutto le singole reazioni sono diverse: e possono contemplare anche il chiudersi nell'indifferenza come difesa contro la paura del male incombente. Il quadro é dunque partecipato e toccante. Nella parte conclusiva, il film mette poi in campo il problema dell'eutanasia. E qui, fermo restando sotto il profilo etico il netto rifiuto del ricorso a questa pratica che contrasta con la legge divina della tutela della vita, va detto che l'argomento é proposto senza compiacimento,senza soddisfazione, senza mai diventare proclama o incitamento. Anzi prevale un atteggiamento di rispetto e di comprensione per la difficoltà del problema. Nell'insieme, quindi, considerando anche questa parte conclusiva come uno stimolo alla riflessione, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, per certi toni propositivi ma anche ambigui che mette in campo.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si suggerisce per occasioni mirate e precise. Con opportuni supporti, e qualche guida alla lettura, il film può servire ad aprire una utile riflessione sui temi molto attuali che offre ad un pubblico adulto.