Orig. : Gran Bretagna(1998) - Sogg. e scenegg. : John Maybury - Fotogr. (Panoramica/ a colori): John Mathieson - Mus. : Ryiuchy Sakamoto - Montagg. : Daniel Goddard - Dur. : 90' - Produz. : Chiara Menage.
Interpreti e ruoli
Derek Jacobi (Francis Bacon), Daniel Craig (George Dyer), Tilda Swinton
Soggetto
Londra, anno 1964. Durante la notte un ladro sta per entrare in un appartamento nel West End ma fa troppo rumore e il padrone di casa lo sorprende sul terrazzo. I due sono di fronte e il ladro, il giovane George, non sa come giustificarsi. Inaspettatamente l'altro, invece di denunciarlo alla polizia, lo invita a spogliarsi e a infilarsi nel suo letto. Questa inattesa proposta arriva dal propietario, Francis Bacon, pittore affermato, figura molto nota negli ambienti omosessuali e intellettuali della città. Dopo quella notte, George rimane a casa di Francis come amico e amante. Il pittore lo conduce nei locali e nella vita notturna londinese, popolati da personaggi che amano parlare, esibirsi, atteggiarsi. Nascono allora gelosie, invidie, ripicche. Una sera Francis porta a casa un altro ragazzo,e George rimane fuori sotto la pioggia. Hanno un chiarimento e insieme vanno a New York, dove Frances espone, ma qui George minaccia di uccidersi. Ormai il rapporto si é incrinato. George non vuole seguirlo nella 'personale' organizzata al Grand Palais di Parigi. Mentre l'importante mostra si inaugura, George prende le pasticche e muore. Nella stanza a Londra, Frances piange e riflette: tutto sta cadendo a pezzi, tutto sta morendo.
Valutazione Pastorale
Come si sa, Francis Bacon é figura reale: nato a Dublino nel 1909, morto a Londra nel 1992, é considerato, nel campo della pittura, uno dei più importanti esponenti delle correnti figurative di derivazione espressionista. 'Artista maledetto', si potrebbe dire con espressione forse abusata ma in grado di condensare gli eccessi e i limiti di una vita tutta giocata sulla provocazione e su un'idea di arte come rifugio estremo di fronte ai mali del mondo. Bacon era omosessuale, e il film punta prevalentemente su questo, su quanto l'omosessualità condizioni o favorisca l'artista, su quale pericoloso gioco delle parti si instauri tra l'artista, comunque reso forte dalla propria arte, e il George di turno, ragazzo indifeso, proiettato in ambienti a lui estranei e che finisce per togliersi la vita. Temi che il film descrive, ma che poi rimangono irrisolti, dentro un racconto involuto nel disegno dei personaggi e con un dramma che alla fine diventa compiacimento. Film quindi privo di spessore, di introspezione, di dolore autentico a vantaggio di un calligrafismo sterile e superficiale. Dal punto di vista pastorale, prevale una sorta di gusto solo descrittivo nel rappresentare luoghi e situazioni, senza mai entrare nei veri problemi della vita dell'artista: una presentazione negativa, che fa valutare il film come inaccettabile, perché improntato solo ad un egoismo totale come stile di vita.
UTILIZZAZIONE: il film é da escludere dalla programmazione ordinaria. Anche in altre collocazioni, l'utilizzazione, sia pure con opportuni supporti, é da prevedere con cautela.