Orig. : Italia (1999) - Sogg. : Tonino Zangardi - Scenegg. : Angelo Orlando in collaborazione con Tonino Zangardi e Antonella Ponziani - Fotogr. (Panoramica/ a colori) : Alessandro Pesci e Saverio Guarna - Mus. : Tiziano Novelli - Montagg. : Pier Luigi Leonardi - Dur. : 90' - Produz. : Fulvio Lucisano per I.I.F., Ponziani e Zangardi per Hoben Film.
Interpreti e ruoli
Angelo Orlando (Antonio Maria Casarotti), Alessandro Haber (allenatore), Armando De Razza ( investigatore privato...), Mario De Candia (Ettore Ronca), Francesca Romana Ponziani (Eugenio Margiotta), Valentina Russo (la ragazza), Mino Reitano, Bruno Conti, Luigi Di Biagio.
Soggetto
Un allenatore racconta della sfortunata vicenda calcistica di Antonio Maria Casarotti, giovane promessa la cui carriera era stata un giorno stroncata dall'arrivo intorno al campo di gioco di una bellissima ragazza: per guardarla, Antonio aveva battuto la testa sul palo della porta e da allora é in coma nel letto di casa. Dopo tanti, inutili tenativi, arriva la ragazza, allora Antonio riprende conoscenza e racconta quello che ha sognato. Un periodo in Spagna, durante i Mondiali del 1982, quando lui era lì con i suoi amici Ettore ed Eugenio. In quell'occasione succedono strane cose: l'allenatore é ora un investigatore con accento francese, al quale i due amici si rivolgono per recuperare una schedina vincente giocata in tre ma affidata ad Antonio che nel frattempo é sparito. Ettore ed Eugenio vanno a cercarlo in Marocco, ma qui in un locale ritrovano l'investigatore stavolta vestito da donna. Apprendono che Antonio è nel deserto, e, dopo molta fatica, lo vedono nei panni di un santone che predica la felicità. Scappano, ma qui Antonio torna a casa: si rimette a letto, il sogno é finito.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una commediola di modestissimo livello, giocata su toni che palesemente vorrebbero essere farseschi. Il fatto è che il racconto é inesistente, affidato solo a dei siparietti staccati l'uno dall'altro, senza alcuna connessione logica. Assente é anche un'idea di regia, per cui il film si compone di blocchi di tipo paratelevisivo che rendono l'insieme statico, immobile, inerte. Film dunque di cui francamente non si individuano le motivazioni, perché anche la comicità è vecchia e poco fluida. Dal punto di vista pastorale, non essendoci situazioni sconvenienti e volgari nè eccessi particolari, il film va collocato nella valutazione dell'inconsistente, che meglio ne focalizza l'assolutà pochezza, con contorno di grossolanità.
UTILIZZAZIONE: l'utilizzo del film resta un interrogativo, sia in programmazione ordinaria, sia in altre occasioni.