Orig.: Italia (2000) - Sogg. e scenegg.: Luciano Emmer - Fotogr.(Panoramica/a colori): Bruno Cascio - Mus.: Nicola Zaccardi (progetto musicale),la canzone "La chanson des vieux amants" cantata da Jacques Brel - Montagg.: Adriano Tagliavia - Dur.: 99' - Produz.: GAM Film e New Film 7 International in collaborazione con RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Marie Trintignant (Irene), Giancarlo Giannini (Marcello), Isabelle Pasco (Elena), Eljana Popova (Anna), Ornella Muti (Egle), James Thierree (Gabriele), Marina Confalone (Carla), Gloria Sirabella (Cristina), Silvia De Santis (Teresa), Yari Gugliucci (la voce di Andrea)
Soggetto
Il 21 dicembre é la notte più lunga dell'anno. Sei storie si sviluppano nelle ore che seguono il tramonto e precedono l'alba. Alla stazione Irene e Marcello si osservano. Poi si avvicinano e cominciano a parlare. Entrambi di età matura, l'attrazione tra i due cresce lentamente, contrastata dall'apparente goffaggine di lui e dall'irrazionalità di lei. Prima della partenza dei rispettivi treni, conosceranno meglio l'altro e se stessi. Elena è in fuga da casa, dove ha lasciato la madre e la figlia piccola. Ora in macchina è inseguita dai messaggi telefonici del marito da cui si è separata. Nella notte Elena fa tanti incontri affrontati sempre con toni aspri e arrabbiati. Elena è fuori di sé, e Anna è l'unica amica disposta ad ascoltare le sue confidenze.Caporeparto in un salone di bellezza, Egle sta per sposarsi e festeggia al ristorante la cena d'addio al celibato. Alla fine, a notte fonda, Egle confida ad un giovane parrucchiere omosessuale di aver lasciato il suo uomo per questo matrimonio 'di convenienza'. Quando tra i due aumenta la complicità, Egle e il giovane hanno un rapporto che servirà a chiarire meglio ad entrambi il proprio futuro. Carla è una donna adulta e incapace di badare a se stessa. Perciò tutte le notti va nell'appartamento della vicina Cristina a sfogarsi e a chiedere consiglio. Carla aspetta un uomo, che infine arriva. Ad un certo punto, nel letto, l'uomo sembra morto. Carla spaventata chiama Cristina, ma poi l'uomo si sveglia. Carla lo caccia via in modo brutale. Teresa è una ventenne con l'hobby della radiotrasmissione e ogni notte capta segnali da tutto il mondo. Ora è in contatto con qualcuno che manda messaggi d'amore da una barca a vela. Con quest'uomo Teresa avvia lunghi dialoghi, fin quando non le viene comunicato che il navigatore ha avuto un incidente causato dal mare grosso. L'uomo viene salvato, ricoverato per le cure ma anche arrestato perchè è un contrabbandiere. Teresa apprende con dolore la notizia. Poi tocca le ore in rilievo sull'orologio. Teresa è cieca. Barboncina bianca di purissima razza, Giulietta finisce con l'ammaliare un cane vagabondo di passaggio nel quartiere elegante.
Valutazione Pastorale
Dice Luciano Emmer, oggi vivace ultra ottantenne,: "Ho scritto le storie senza nessun legame tra loro, rimanendo silenzioso testimone nell'osservare le mille sfumature psicologiche degli avvenimenti...Il passare del tempo scorre più lento nella notte...l'arrivo della luce dell'alba quando le ore della notte sembrano svanire per sempre in attesa del perpetuo rinnovarsi del giorno". E' la malinconia, o forse meglio un certo 'spleen' francesizzante, il tratto connettivo che, senza volerlo, unisce i vari, disuguali episodi. Con eleganza antica ma con gusto analitico contemporaneo, Emmer compone una serie di ritrattini femminili tra contemplazione e disagio. Ne esce un collage ora lirico, ora ironico, un universo di piccole/grandi donne di varia età che lavorano, soffrono, urlano, sgomitano, sempre alla ricerca di un equilibrio che non arriva. Emmer però non é pessimista. Anzi il suo sguardo, 'paterno' si potrebbe dire, accompagna le protagoniste nei loro percorsi frastagliati e incerti. Dal punto di vista pastorale, disegnando un piccolo universo disordinato e tuttavia non disperato ma carico di attese, il film è da valutare come discutibile, segnalando l'ambiguità come il tratto più frequente.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film è da utilizzare in contesti mirati, come esempio di cinema italiano insolito e appartato, di taglio 'europeo' e imperniato sull'analisi dei sentimenti.