IL NOSTRO MATRIMONIO E’ IN CRISI

Valutazione
Accettabile, semplice
Tematica
Matrimonio - coppia, Movimenti e sette
Genere
Commedia
Regia
Antonio Albanese
Durata
105'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Filmauro
Soggetto e Sceneggiatura
Antonio Albanese, Vincenzo Cerami, Michele Serra Vincenzo Cerami
Musiche
Nicola Piovani
Montaggio
Patrizio Marone

Orig.: Italia (2002) - Sogg.: Vincenzo Cerami - Scenegg.: Antonio Albanese, Vincenzo Cerami, Michele Serra - Fotogr.(Panoramica/a colori): Massimino Pau - Mus.: Nicola Piovani - Montagg.: Patrizio Marone - Dur.: 105' - Produz.: Aurelio De Laurentiis.

Interpreti e ruoli

Antonio Albanese (Antonio), Aisha Cerami (Alice), Shel Shapiro (Makerbek), Piermaria Cecchini (Bigazzi), Dino Abbrescia (Pippo), Irene Ivaldi (Teresa), Daniela Piperno (Marika), Tita Ruggeri (Flavia), Romano Ghini (il padre di Antonio), Sivana Bosi (la madre di Antonio), Massimo Cavallaro . (Edo)

Soggetto

Dopo un lungo fidanzamento, Antonio e Alice si sposano. La sera, a casa, lei ancora in abito bianco gli comunica che quella notte dormiranno separati, e aggiunge: "Il nostro matrimonio é in crisi". La mattina dopo fa le valigie e va via. Antonio, incapace di spiegarsi la situazione, si sfoga ora con i genitori ora con gli amici più fidati. Accertato che Alice se ne è andata perché bisognosa di cercare il proprio 'io', Antonio, dopo insistenze e indagini, scopre che la moglie si è rifugiata presso il Centro Autostima Stellare, una sorta di grande tenuta in piena campagna. Disposto a tutto, entra a sua volta nel Centro (dove si pagano rette altissime)e viene a contatto con Makerbek, il capo spirituale della comunità, una specie di santone che dispensa saggezza con frasi fatte e gestualità meccanica. Antonio deve passate tutte le fasi della vita del villaggio, e cercare di entrare in rapporto con gli altri frequentatori. Tra le tante attività giornaliere, c'é quella di andare a cavallo, ed é in quella occasione che Alice lo vede e capisce che la sta seguendo. Dapprima reagisce ribellandosi, poi vorrebbe fare pace, lo cerca ma lo trova intento all'attività del massaggio con una ragazza. Allora urla che vuole divorziare. Antonio organizza il rapimento della ragazza con l'aiuto dell'amico Pippo. La portano fuori, ma hanno sbagliato donna, e Antonio torna indietro. Quando il periodo di permanenza si conclude e Makerbek ha tenuto il discorso finale, due 'clienti' si alzano e lo portano via: sono finanzieri e hanno verificato irregolarità contabili. Tutti allora escono dalla comunità, comunque più leggeri e sollevati. A casa, Alice e Antonio rifanno il letto della camera. Lui si ferma preoccupato, lei chiede spiegazioni, lui dice: "Ho perso l'io, e non lo trovo più". Poi ride e guarda verso la m.d.p.

Valutazione Pastorale

E' il terzo lungometraggio scritto, interpretato (insieme ad altri) e diretto da Antonio Albanese, dopo "L'uomo d'acqua dolce" (1997) e "La fame e la sete" (1999). E non si può aggiungere che rappresenti un passo avanti. In questa occasione Albanese, e i suoi cosceneggiatori Cerami/Serra scelgono, dopo il pretesto di partenza, un ambiente unico, come microcosmo all'interno del quale agiscono varie tipologie della società attuale. La 'beauty-farm' é, naturalmente, il luogo delle illusioni e delle menzogne pagate a fior di milioni (di lire), e a capo c'é un Santone/maestro carismatico che dispensa fesserie e traccia sistemi esistenziali della più deteriore new age. Antonio è il 'candido' che attraversa un universo di furberie, senza volerle eliminare e senza esserne convinto. Antonio vuole solo riconquistare la moglie, alla fine vede intorno a se facce felici, e, nonostante tutto, individua motivi per sperare nel futuro. Ma che cosa ha messo insieme Albanese? Una serie di scenette, quale più quale meno riuscita, su vizi, manie, tic, incertezze di una certa Italia contemporanea. Con qualche notazione acuta, qualche sberleffo riuscito, e con un umorismo un po' altalenante. A mancare del tutto è il film, ossia un'idea narrativa, il senso del ritmo e del racconto. Il tono lento non favorisce il coinvolgimento, le gag sono separate, a blocchi, non cresce un'idea di sberleffo o di comicità più ampie, e il respiro resta corto. Sono i consueti difetti degli attori di impostazione teatrale (Albanese in palcoscenico è bravissimo) che vogliono 'fare cinema'. Dal punto di vista pastorale, il film è tuttavia misurato, fragile e positivo, accettabile quindi, e nell'insieme semplice.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria. Da recuperare nell'ambito dei rapporti tra comici teatral/televisivi e cinema.

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