Orig.: Iran/Italia (2000) - Sogg. e scenegg.: Mohsen Makhmalbaf, Samira Makhmalbaf - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ebrahim Ghafori - Mus.: Mohamed Reza Darvish - Montagg.: Mohsen Makhmalbaf - Dur.: 90' - Produz.: Makhmalbaf Film House (Iran), Fabrica Cinema (Italia).
Interpreti e ruoli
Bahman Ghobadi (Said), Behnaz Jafari (Halaleh), Said Mohamadi.
Soggetto
Trasportando di villaggio in villaggio delle grandi lavagne sulla schiena, alcuni insegnanti attraversano i sentieri rocciosi di una remota regione iraniana del Kurdistan. Mentre sono alla ricerca di studenti, un gruppo di elicotteri passa rombando nel cielo e li spinge a mettersi al riparo. Reeboir, uno degli insegnanti, allontanatosi dal gruppo, incontra degli adolescenti che trasportano merce di contrabbando attraverso la frontiera tra Iran e Iraq. Lui cerca di fermarli, spiegando loro l'importanza di saper leggere e scrivere. Nessuno però si mostra veramente interessato: il tempo stringe e loro in quella zona rischiano la vita. Un altro insegnante, Said, prende un sentiero diverso. Arriva in un villaggio desolato dove alle sue proposte i pochi abitanti rispondono con la stessa indifferenza. Deciso a non scoraggiarsi, Said va ancora avanti e incontra un gruppo di circa cento persone, soprattutto anziani con una giovane, Halaleh, e un bambino. Stanchi, affamati e alcuni in salute precaria, i vecchi devono raggiungere la loro terra nativa dove poter morire in pace. Il padre della giovane, ora vedova, spera che la figlia si risposi prima che lui muoia. Said, che l'ha seguita a lungo, accetta di diventare il marito. La carovana raggiunge il confine, gli anziani non riconoscono il luogo, subentra lo smarrimento. Il matrimonio viene sciolto, Halaleh si allontana con la lavagna regalatale da Said.
Valutazione Pastorale
Samira Makhmalbaf ha venti anni, ha esordito nel 1998 con "La mela" ambientato a Teheran, ed ora si sposta in zone più remote e impervie del suo paese. Girata in esterni nel Kurdistan e in lingua curda, la storia -dice la regista- "permea sogno e realtà. Il contrabbando, il vagabondaggio e le persone che lottano per la sopravvivenza sono tutte situazioni reali. Durante la guerra tra Iraq e Iran (1980-1987) i curdi iracheni si rifugiarono nel Kurdistan iraniano per scampare alla guerra chimica". Dunque da un lato la cronaca, palpitante e angosciosa, di un conflitto di cui si subiscono gli effetti senza mai vedere i protagonisti; dall'altro il sogno, che spinge a cercare l'impossibile. In mezzo una zona sospesa fra utopia e crudeltà, dove cerca di insinuarsi la cultura come qualcosa di diverso. Sullo sfondo di uno scenario ostile eppure difficile da lasciare, tre generazioni si confrontano: gli anziani, che non riconoscono la propria terra, gli adulti, che ora fanno i maestri come cinghia di trasmissione del sapere, gli adolescenti, che non conoscono altra realtà di quella terribile in cui sono nati. Se la guerra incombe e il senso di inutilità si allarga, la cultura tuttavia 'cammina' con l'utopia della volontà per cercare di restituire l'infanzia a chi se l'é vista sottrarre. Film di grande spessore, meritevole di una lettura metaforica, sia per evidenziare il ruolo della cultura nella storia dell'umanità sia per dare il giusto risalto ai temi dell'identità, dello sradicamento, della forza dei simboli e dei segni, dal matrimonio alle diverse 'lingue'. Dal punto di vista pastorale, la ricchezza del racconto sul piano umano e della denuncia sociale fa superare una ben presente lentezza narrativa ed espressiva, e il film è da valutare come raccomandabile, complesso nel suo modo di proporsi, e da analizzare con dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, forse più opportunamente, recuperato in occasioni mirate per affrontare i molti e attuali argomenti sopra ricordati. L'utilizzo è da prevedere anche in contesti scolastici, a livello di media superiore. Da seguire anche in occasioni di visioni televisive e casalinghe.