Orig.: Italia (2000) - Sogg.: liberamente tratto dal romanzo omonimo di Lorenza Mazzetti - Scenegg.: Suso Cecchi d'Amico - Fotogr.(Panoramica/a colori): Franco Di Giacomo - Mus.: Luis Bacalov - Montagg.: Amedeo Salfa - Dur.: 97' - Produz.: Parus Film, Viva Cinematografica, Istituto Luce.
Interpreti e ruoli
Isabella Rossellini (Katchen), Jeroen Krabbe (Wilhem), Barbara Enrichi (Rosa), Gianna Giachetti (Elsa), Luciano Virgilio (Arthur), Bettina Giovannini (sig.na Pinzauti), Veronica Niccolai (Penny), Lara Campoli (Baby), Elena Sofonova (Maya), Paul Brooke . (mr.Pit)
Soggetto
Toscana, estate 1944. Persi i genitori in un incidente di macchina, le piccole sorelle Penny e Baby vengono condotte presso gli zii, che abitano in una grande casa in campagna. Katchen, sorella della mamma, ha sposato Wilhelm, un intellettuale tedesco amante della musica e dell'arte, hanno una figlia adolescente. Per le bambine comincia una nuova vita, nella quale trovano qualche difficoltà ad inserirsi. Soprattutto Penny si vede accusata di colpe che ritiene di non aver commesso, piange e dice che vuole morire. Si tratta solo di incomprensioni, perché a poco a poco gli zii vincono la diffidenza di lei e della sorellina, e un clima migliore comincia a crearsi nella grande casa. Le due ragazzine fanno amicizia con i figli dei contadini, scherzano sui primi palpiti amorosi, mostrano il loro forte senso religoso. Gli avvenimenti esterni però incalzano: le dimissioni di Mussolini, l'armistizio. Sulla strada della ritirata, una colonna tedesca arriva alla villa e vi si installa. Conoscendo le sue origini ebraiche, il parroco avverte Wilhelm delle retate in corso. Dopo che la colonna si é allontanata, Wilhelm a sua volta lascia la villa. Ma i tedeschi ritornano, chiedono dell'uomo, non ottengono risposta e allora fucilano la mamma e la figlia. Quando a sua volta torna, Wilhelm non resiste a lungo allo strazio dell'accaduto, e si uccide. Durante i funerali, sulla strada di campagna, arrivano i soldati inglesi. Tutti fanno festa, e le bare proseguono da sole.
Valutazione Pastorale
La didascalia conclusiva invita chi si trovasse a passare da quelle parti ad andare a rendere omaggio nel cimitero di campagna a quella sfortunata famiglia, caduta quando ormai la guerra era prossima alla fine. Episodi autentici, filtrati tuttavia dalle pagine del libro omonimo scritto da Lorenza Mazzetti( premio Viareggio 1967) e adattati a sceneggiatura dalla penna esperta e severa di Suso Cecchi D'Amico. Ne viene fuori una ricostruzione storica e ambientale corretta, precisa, dignitosa. Tutta la vicenda è vista attraverso gli occhi di Penny, la più grande delle due sorelline: e questo motiva l'aspetto un po' da bozzetto, il vedere la villa come un'isola incontaminata dove all'improvviso arriva la tragedia. Se obiettivo del film é quello di fare da filtro della memoria, di richiamare all'attenzione dei ragazzi di oggi avvenimenti che molti conoscono con superficialità o non conoscono affatto, il risultato é raggiunto. Ma certo il prodotto é drammaturgicamente modesto, le figure di contorno sono poco e male sviluppate, i registi non riescono a superare i blandi ritmi televisivi a loro congeniali e a dare autentica forza agli orrori vissuti in quegli anni. Dal punto di vista pastorale il film è comunque positivo, e accettabile. Si segnalano riserve per creare qualche attenzione sul suicidio finale di Wilhelm, gesto di disperazione estrema in un contesto crudo e realistico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare e proporre anche in contesti scolastici ed educativi come ricostruzione di un momento importante di storia italiana del Novecento.
