INTIMACY-Nell’intimità

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti
Tematica
Matrimonio - coppia, Psicologia, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Patrick Chereau
Durata
118'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Francia, Italia
Titolo Originale
Intimacy
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Patrick Chereau, Anne tratto da due racconti di Hanif Kureishi
Musiche
Eric Neveux
Montaggio
Francois Gedigier

Orig.: Francia/Italia (2000) - Sogg.: tratto da due racconti di Hanif Kureishi - Scenegg.: Patrick Chereau, Anne-Louise Trividic - Fotogr.(Scope/a colori): Eric Gautier - Mus.: Eric Neveux - Montagg.: Francois Gedigier - Dur.: 118' - Produz.: Charles Gassot - VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

Interpreti e ruoli

Mark Rylance (Jay), Kerry Fox (Claire), Alastair Galbrait (Victor), Marianne Faithfull (Betty), Timothy Spall (Andy), Philippe Calvario (Ian), Susannah Harker (Susan), Joe Prospero . (Luke)

Soggetto

A Londra Jay e Claire si incontrano ogni mercoledì nell'appartamento di lui. Non parlano, non conoscono i rispettivi nomi, hanno rapporti d'amore rapidi e intensi, e dopo si lasciano, con un tacito appuntamento per la volta successiva. Jay fa il capobarman in un locale, é separato dalla moglie ed ha due figli piccoli che continua a vedere e a seguire con affetto (fa loro il bagno, mangia con loro). Un giorno, dopo il consueto incontro, Jay sente l'impulso di seguire Claire. La prima volta la perde nella folla, e rinuncia. La seconda, insiste, arriva in un locale dove c'é anche un teatrino sotterraneo. Scende, assiste allo spettacolo che vede Claire tra gli attori, parla con un certo Andy, che risulta dopo essere il marito di Claire. In effetti la donna fa l'attrice sia pure in compagnie minori, e inoltre tiene un laboratorio teatrale dove insegna recitazione ad altri della compagnia. Intanto Jay é assillato dalla presenza dell'amico Victor, un ex drogato senza casa e senza lavoro che lo coinvolge in un'avventura occasionale. Una sera, nel camerino del teatro, Andy presenta Jay a Claire. Rimasti poi soli, i due cominciano a litigare e a rinfacciarsi il modo di gestire la loro situazione. Madre a sua volta di un figlio piccolo, Claire ha in seguito un duro scontro con il marito, che fa il tassista. Un pomeriggio Claire suona a casa di Jay, entra, e lui finalmente le dice tutto di sé, e del fatto che é innamorato di lei. La prega di restare, ma lei rifiuta. Si lasciano andare ad un ultimo rapporto, poi lei va via e si perde nel traffico e nella confusione della città.

Valutazione Pastorale

Non c'è dubbio sul fatto che le sequenze esplicite di accoppiamento tra i due protagonisti riescano a creare imbarazzo e, soprattutto, molta perplessità. Si è portati a dire che siamo di fronte al solito intento provocatorio per stupire e soddisfare pruriti fortemente eccepibili. Nel protrarsi però per quasi due ore (e forse una riduzione di qualche minuto avrebbe giovato), tali sequenze tendono quasi a scomparire, il copione dà spazio ad altri aspetti, salgono in primo piano dialoghi, sguardi, sfumature che implicano risvolti psicologici al di là dell'immediato svolgersi dei fatti. E quindi a poco a poco dal luogo dei loro incontri, l'attenzione della storia si sposta su quello che i due hanno alle spalle: la famiglia, i figli, il matrimonio, il lavoro. Parte da entrambi la rappresentazione di un disagio e di una disperazione che trovano nell'unirsi in modo anonimo un momento di calma rabbiosa. Il sesso e la corporeità creano allora spazi di capacità di estrinsecazione, esplosione di pulsazioni, momenti di sopravvivenza. Ma tutto si rivela illusorio: più che sottrarre, questa 'intimità' accresce le difficoltà, non si gioca con il corpo, non si scherza con i sentimenti. Jay é andato via di casa e vive la frattura esistenziale dell'abbandono della famiglia; Claire avverte un distacco dal marito e cerca in tutti i modi di riallacciare il dialogo con lui. C'è una ricerca di comunicazione, c'è una ricerca di verità nella solitudine che attraversa le esistenze dei personaggi. C'è quindi un forte livello di 'realtà' alla base delle azioni, una drammaticità cattiva e insieme molto 'morale'. Molti temi quindi affrontati (famiglia, matrimonio, sesso, tradimento) e problematicizzati in modo forse eccessivo ma sostanzialmente vero, con accenni di nichilismo ma anche con toni di condanna per atteggiamenti estremi che non approdano a niente. Di fronte ad una storia che si pone tante domande e non offre risposte precostituite, é possibile ricavare stimoli e suggerimenti ad una riflessione. Ed è quindi utile tornare alle osservazioni iniziali: per aggiungere che se quelle sequenze non sono da giustificare in pieno come 'inevitabili'( sarebbe errore gravissimo: quanti film hanno detto le stesse cose con più misura e discrezione), tuttavia non hanno toni morbosi fini a se stessi. Ci sono accenti di dolore che la vicenda lancia e che non vanno del tutto respinti. Dal punto di vista pastorale, il film è dunque da valutare come discutibile, problematico e da affidare a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: per quanto detto finora, l'utilizzazione del film è fortemente e decisamente da sconsigliare in programmazione ordinaria. L'utilizzo è da prevedere in occasione di proiezioni mirate per adulti motivati e con supporti alla discussione. Va ricordato che il film é vietato ai minori di 18 anni.

Le altre valutazioni

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