Orig.: Francia (1998) - Sogg.: tratto dal romanzo di Georges Montforez - Scenegg.: Jean Becker - Fotogr.(Scope/a colori): Jean Marie Dreujou - Mus.: Pierre Bachelet - Montagg.: Jacques Witta - Dur.: 115' - Produz.: Christian Fechner.
Interpreti e ruoli
Jacques Villeret (Riton), Jacques Gamblin (Garris), Andrè Dussolier (Amedée), Michel Serrault (Pépé), Isabelle Carre (Marie), Eric Cantona (Jo Sardi), Suzanne Flon (Cri-Cri anziana), Jacques Dufilho (l'uomo anziano), Gisèle Casadeus (sig.ra Mercier), Jenny Cleve . (Berthe)
Soggetto
Regione del Marais, lungo le sponde della Loira, nella Francia contadina dei primi anni Trenta. Riton, sposato in seconde nozze con una donna dal pessimo carattere con la quale ha avuto tre figli, si rifugia spesso nel vino per cercare conforto al doloroso ricordo della prima, amatissima moglie. Accanto a lui, in una casetta molto modesta, vive da solo Garris, capitato da quelle parti dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale. Garris e Riton si sono conosciuti, sono diventati amici, insieme fanno tanti, occasionali lavori legati alle stagioni (raccolgono e vendono frutta, lumache, pesci). Il lago e la palude sono il loro sostentamento. Ogni tanto qualcuno va a trovarli: Tane, il macchinista, e Amédée, un sognatore elegante amante dei libri. Un giorno capita lì anche Pepé, che aveva trascorso l'infanzia sulla palude, poi aveva fatto fortuna in città, ed ora tornava col nipotino Pierrot. Nel frattempo Garris ha conosciuto Marie, una domestica, e se ne é innamorato. E Riton in un bar ha provocato stupidamente l'odio di Jo Sardi, famoso pugile locale. Jo finisce in prigione, vede rovinata la propria carriera e medita una feroce vendetta. Sei mesi dopo, quando esce dal carcere, Jo cerca subito Riton per ucciderlo. Pépé se ne accorge, cerca di avvertirlo ma muore mentre corre con affanno. Jo cade nella palude, Riton lo salva e i due diventano amici. Moriranno entrambi nella seconda guerra mondiale. Garris invece, partito, non ha dato più notizie. Al posto della palude bonificata c'é oggi un supermercato. E tutto questo è raccontato da Cri Cri, la figlia piccola di Riton, ora anziana ma allora bambina di 5 anni subito innamoratasi di Pierrot, col quale poi si é sposata.
Valutazione Pastorale
Alla ricerca del tempo perduto, si potrebbe dire di questo film che cita, recupera e ringrazia due grandi filoni figurativi ella cultura francese: i pittori impressionisti, i registi del 'realismo poetico' anni Trenta (in particolare Renoir, Clair, Pagnol). Jean Becker, figlio di Jacques Becker ("Casco d'oro"), filtra queste due onerose eredità con affetto e devozione: ci sono i sapori e gli umori della campagna, c'é un clima di stordimento esistenziale, c'é la scoperta quotidiana dell'amicizia, della parola detta al momento giusto, del gesto liberatorio. Un piccolo mondo che diventa grande, un piccolo affresco che si fa Storia. A fare da cornice c'é la voce f.c., c'é il flashback: e tutto ne risulta ridimensionato. Affiorano calligrafismo e sentimentalismo, troppi passaggi sono buoni e consolatori, il cameratismo é un po' replicato a forza. Ci sono momenti felici e altri in cui la vena poetica cala. Certo i valori sono ben individuati: la dignità della solitudine e della povertà, la ricchezza dell'amicizia e dell'amore vero. E' innegabile la presenza di una certa emozione. Dal punto di vista pastorale, il film merita di essere accolto come positivo, accettabile quindi e semplice per il suo pulito e lineare svolgimento. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare in altre occasioni, come esempio di cinema europeo della memoria, luogo di incontro anche di letteratura e pittura.