Orig.: Italia (1999) - Sogg. e scenegg.: Sandro Cecca, Maura Nuccetelli - Fotogr.(Scope/a colori): Roberto Meddi - Mus.: Carlo Siliotto - Montagg.: Bruno Sarandrea - Dur.: 88' - Produz.: Alessandro e Vincenzo Verdecchi.
Interpreti e ruoli
Franco Nero (Michele Giangrande), Guia Jelo. (Flora Giangrande), Floriana Marino (Maria Sole Rizzo), Gabriele Mainetti (Paolo Giangrande), Ruben Rigillo (Salvatore Giangrande), Loredana Cannata (Lucia Licata), Sebastiano Lo Monaco (Gino Licata), Rosa Pianeta (moglie di Licata)
Soggetto
Un violento temporale accompagnato da vento forte si abbatte su Pantelleria. Un automezzo con un carico di capperi sta cercando di arrivare al porto. Ma la pioggia é troppo forte, Vito perde il controllo, esce di strada, muore insieme alla moglie che lo accompagnava. La piccola Maria Sole, rimasta orfana, viene portata in un collegio di Trapani dove studia a spese di Michele Giangrande, proprietario terriero e datore di lavoro di Vito. Passano alcuni anni. Flora, moglie di Michele, invita a casa Maria. L'uomo, che quasi si era dimenticato di lei, rimane colpito dalla sua bellezza, se ne invaghisce, cerca di avere con lei una relazione. Michele però é un personaggio molto in vista, gli incontri con Maria avvengono sempre all'insegna di scuse, bugie, finti appuntamenti. Un giorno, tornando a casa, Michele vede con sorpresa Maria: la moglie l'ha invitata a trascorrere con loro le vacanze estive. Tra Paolo, il figlio più giovane, e Maria nasce un tenero rapporto. Michele, in preda alla gelosia, usa violenza verso Maria quasi a voler riaffermare i propri diritti sulla ragazza. Maria capisce che adesso può vendicarsi dei torti subiti fin dall'infanzia. Usando tutto il fascino di cui é capace, mette la moglie contro il marito, il padre contro i due figli maschi. Paolo va via di casa, l'altro fratello Salvatore vede sfumare il proprio matrimonio, Flora e Michele si separano. Ora Maria, liberata dai fantasmi del passato, può tornare a Pantelleria e cominciare una nuova vita.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una storia drammatica, orientata però decisamente sul versante melodrammatico. In effetti il melò, nei suoi esiti migliori, é stato un genere importante e significativo nella storia del cinema italiano dal secondo dopoguerra. Bollato d'infamia dagli autori impegnati del '68 e dintorni e sconosciuto per le ultime generazioni, il melò può invece avere una sua precisa dignità cinematografica. Lo dimostra questo film, in cui Sandro Cecca recupera un plot narrativo tipico di tanta letteratura d'appendice e lo attualizza grazie ad una cornice ambientale suggestiva, aspra, ruvida. Girato tutto in esterni tra Pantelleria e la Sicilia, il film ha l'andamento delle passioni che racconta e il sapore della natura circostante, unisce lontane tradizioni popolari e abitudini anche sbagliate da cui è difficile liberarsi. Nel dipanarsi dei fatti verso l'epilogo, il colpevole soccombe e paga per il male fatto. Un film di 'genere', come si diceva, in cui azioni e comportamenti sfociano nella finzione più che rappresentare qualche possibile realtà. Dal punto di vista pastorale, il film può essere valutato come accettabile, con riserve per qualche situazione meno controllata, e nell'insieme dall'andamento semplicistico.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato in occasioni mirate come proposta di melodramma italiano anni Novanta.