Orig.: Stati Uniti (1999) - Sogg. e scenegg.: Albert Brooks e Monica Johnson - Fotogr.(Panoramica/a colori): Thomas Ackerman - Mus.: Elton John - Montagg.: Peter Teschner - Dur.: 93' - Produz.: Herb Nanas.
Interpreti e ruoli
Albert Brooks (Steven Philips), Sharon Stone (Sarah Little), Andie MacDowell (Laura Philips), Jeff Bridges (Jack Warrick)
Soggetto
A Hollywood Steven Phillips é un brillante e affermato scrittore di copioni cinematografici. A casa vive con la moglie Laura e le due figlie. La sua vita abbastanza regolare cambia il giorno in cui, convocato da un nuovo, giovane direttore della produzione, questi gli dice senza mezzi termini che la sua vena creativa sembra ormai essersi esaurita. Le ultime prove non sono soddisfacenti, e pertanto Steven viene licenziato. Del tutto impreparato di fronte a questa situazione, Steven si metta alla ricerca di aiuto. Si rivolge infine al collega Jack Warrick, che gli confida di aver avuto in passato lo stesso problema. L'ispirazione se ne era andata, e lui, in preda al panico, aveva capito di aver bisogno di una musa, e ne aveva trovata una autentica, Sarah. Consiglia Steven di recarsi a sua volta da lei per ritrovare la perduta creatività. Steven all'inizio fa tutto di nascosto. Va da Sarah, si affida a lei, è costretto ad esaudire tutte le sue esose richieste, a cominciare dall'albergo in cui la Musa si trasferisce. Quando i soldi scarseggiano, Steven è costretto a confessare tutto alla moglie. Succede allora che Laura, avendo cominciato a far circolare i propri dolci, ottiene successo, e fa ottimi affari. Sarah si trasferisce a casa di loro, e le due donne diventano amiche. A Steven sembra di impazzire, ma intanto, incoraggiato, scrive un nuovo copione. Tempo dopo, chiamato dalla Paramount, riceve la notizia che il soggetto è stato subito approvato. Dietro la scrivania non c'é più il giovane della volta precedente, ma una manager appena arrivata: si chiama Catherine, ma é Sharon, la Musa.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una commedia che si muove all'interno del sottogenere "cinema nel cinema" e che cerca di mettere insieme il tono brillante e quello favolistico. Il cinema come finzione, il cinema come verità, lo scambio tra vita reale e vita immaginata, le conclusione tanto più improbabili quanti più gradevoli e quindi capaci di farti credere ciò che non esiste. Il titolo originale, "The muse", richiama il mai sopito interesse della cultura americana per la mitologia greco-romana e l'abilità di piegare certe situazione alle esigenze dello star-system. Senza acuti particolari, né in basso né in alto, il film mantiene un decoroso livello medio che, dal punto di vista pastorale, lo rende tutto sommato positivo, accettabile, quindi ma anche semplicistico, per il modo affertato con cui è condotta la storia.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria. Da recuperare come titolo di non molta importanza, tenuto in piedi solo per il richiamo di nomi noti, e di attrici di 'cassetta'.