REGOLE D’ONORE

Valutazione
Accettabile-riserve, problematico
Tematica
Amicizia, Giustizia, Guerra, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
William Friedkin
Durata
125'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Rules of engagement
Distribuzione
Eagle Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Stephen Gaghan tratto da una storia di James Webb
Musiche
Mark Isham . Montagg.: Augie Hess
Montaggio
Augie Hess

Orig.: Stati Uniti (2000) - Sogg.: tratto da una storia di James Webb - Scenegg.: Stephen Gaghan - Fotogr.(Scope/a colori): William Fraker, Nicola Pecorini - Mus.: Mark Isham . Montagg.: Augie Hess - Dur.: 125' - Produz.: Richard D.Zanuck, Scott Rudin.

Interpreti e ruoli

Tommy Lee Jones (colonnello Hays Hodges), Samuel L.Jackson (colonnello Terry Childers), Guy Pearce (maggiore Mark Biggs), Philip Baker Hall (generale H.Lawrence Hodges), Bruce Greenwood (William Sokal), Blair Underwood (capitano Lee), Anne Archer (sig.ra Mourain), Mark Feuerstein (capitano Tom Chandler), Ben Kingsley (ambasciatore Mourain)

Soggetto

Il colonnello Terry Childers é un veterano dei Marines con trenta anni di carriera alle spalle: ha combattuto in Vietnam, a Beirut e nell'operazione Desert Storm. Si trova a San'a, nello Yemen, quando la folla minaccia l'ambasciata statunitense. Dall'elicottero riesce a salvare l'ambasciatore con la moglie e il figlio. Dal tetto del palazzo vede tre suoi soldati uccisi da cecchini confusi nella massa vociante. Allora dà l'ordine di sparare sulla folla: muoiono 83 persone. L'episodio mette in grave crisi il governo americano, soprattutto nel rapporto con i paesi arabi alleati. Dopo qualche incertezza, non resta alle autorità che mettere Childers sotto processo davanti alla corte marziale. Il colonnello affida la difesa ad un suo pari grado, Hays Hodges, un compagno d'armi al quale ai tempi del Vietnam aveva salvato la vita. Hodges accetta l'incarico con una certa riluttanza ma poi comincia il lavoro. Va sui luoghi dei fatti e ne torna con la sensazione che non ci siano prove per difendere Childers. Nel corso del processo appare però una videocassetta dove si vedono i manifestanti che sparano contro l'ambasciata e che era stata sottratta dal consigliere della sicurezza nazionale per far cadere la colpa su un uomo solo. Vengono rievocati altri episodi e alcuni ufficiali testimoniano sul fatto che in quella situazione avrebbero agito allo stesso modo. Al termine del processo, le vere colpe risultano ben individuate e Childers è dichiarato non colpevole di omicidio. Ora può continuare a indossare la divisa e a camminare a testa alta.

Valutazione Pastorale

Tradotto dall'originale il titolo suona: "Regole di combattimento": si tratta di una serie di principi concepiti dai burocrati del governo che stabiliscono quando i soldati devono utilizzare la forza contro un presunto nemico, e quando invece devono trattenersi dal farlo, nonostante i rischi che questo comporta. Regole facili da scrivere ma meno facili da applicare, soprattutto sul campo di battaglia quando si è in campo aperto e chi sta di fronte spara. Un dilemma estremo, già affrontato in tante vicende di tono militare, che si traduce in un dramma delle scelte: entrano in ballo l'onore, la difesa dei propri uomini, il coraggio, il rischio, la paura. Il copione del filone processuale bellico prevede che vengano messi di fronte il servizio al Paese, la bandiera, il sacrificio da un lato; lo scaricamento di colpe, gli intrighi del potere, la debolezza dei politici dall'altro. Così avviene anche in questo caso: a conferma dell'abilità del cinema americano di saper dare spazio, dentro una stessa storia, al bello degli ideali e al brutto dei corrotti. A dare vigore alla materia, ad organizzarla in un racconto dalle scansioni compatte e senza pausa, ci pensa la regia di William Friedkin, bravo come (quasi) sempre a mettere insieme azione e psicologia, coralità e individualismo. Dal punto di vista pastorale, se qualche riserva si rende opportuna per essere chiari sul fatto che la guerra non é mai argomento di cui vantarsi,il film é da accogliere positivamente per il modo diretto con cui fa opera di denuncia, proponendosi nell'insieme senz'altro come problematico.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Da recuperare anche per affrontare argomenti legati a conflitti bellici ma in tempo di pace.

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