SENSO ’45

Valutazione
Inaccettabile, scabroso
Tematica
Guerra, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Tinto Brass
Durata
128'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Eagle Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Tinto Brass Tinto Brass liberamente ispirato al racconto "Senso" di Camillo Boito
Musiche
Ennio Morricone
Montaggio
Tinto Brass

Orig.: Italia (2002) - Sogg.: Tinto Brass liberamente ispirato al racconto "Senso" di Camillo Boito - Scenegg.: Tinto Brass - Fotogr.(Panoramica/a colori-b&n): Daniele Nannuzzi - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Tinto Brass - Dur.: 128' - Produz.: Giuseppe Colombo per Cine 2000 - VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

Interpreti e ruoli

Anna Galiena (Livia), Gabriel Garko (Helmut), Franco Branciaroli (Ugo), Antonio Salines (Carlo), Simona Borioni (Elsa), Loredana Cannata (Ninetta), Erika Savastani . (Emilietta)

Soggetto

Asolo, 25 marzo 1945. All'alba Livia Mazzoni, moglie di un dirigente del Minculpop, sale sulla macchina di Ugo Oggiano, un avvocato suo spasimante e collaboratore del marito. Livia deve raggiungere al più presto Venezia, dove l'attende l'amante Helmut, un ufficiale delle SS, col quale sta vivendo una relazione e che ha aiutato a disertare, regalandogli i soldi destinati ai partigiani. Durante il viaggio Livia rievoca le tappe che hanno caratterizzato questa sua storia d'amore, segnata da incontri sempre più forti e passionali. Arrivata a Venezia, Livia corre all'appartamento affittato ma qui trova Helmut in compagnia di un'altra. In preda alla gelosia, corre al comando tedesco e denuncia Hemut come traditore. Arrestato, l'ufficiale viene poco dopo fucilato. Livia ora può concedersi ad Ugo, che ha con pazienza aspettato questo momento. E' il 26 marzo 1945.

Valutazione Pastorale

Il riferimento letterario è a "Senso", il racconto che Camillo Boito scrisse nel secondo Ottocento. Il riferimento cinematografico é a "Senso", il film del 1953 che Luchino Visconti trasse da quel racconto, con l'interpretazione di Alida Valli nel ruolo di Livia Serpieri. Su questi riferimenti cala Tinto Brass, e tutto diventa praticamente inutile. Spostato dall'Italia risorgimentale alla Venezia della fine della seconda guerra mondiale, il racconto scade a livello di anonima occasione che permette al regista veneziano di comporre la solita vicenda all'insegna di sesso e trasgressione. Mutati ambienti e contorno storico, il resto trasmigra da un film all'altro con sempre maggiore stanchezza e ovvietà. Il campionario di sconcezze varie ingenera fastidio per la gratuità e l'inutilità con cui è proposto. Un'operazione di basso profilo e un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come inaccettabile e scabroso.
UTILIZZAZIONE: non si vedono possibili occasioni di utilizzazione. Attenzione sarà da porre in caso di passaggi televisivi, possibili anche a fronte di un eventuale abbassamento del divieto ai minori di 18 anni.

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